Quella del Ghouta è la battaglia più importante per la Siria e la Russia, e poi dopo?

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Salafi Jihadi Jaish al-Islam group parading civilians Alawite living in al-Ghouta and held prisoners in a cage.

Damasco  di Elijah J. Magnier :  @ejmalrai

Tradotto da: Alice Censi

Il Ghouta orientale sembra essere una svolta decisiva e una battaglia soprattutto strategica per Mosca e Damasco. Molte ragioni hanno motivato questa alleanza a riprenderne il controllo portandolo via ai jihadisti e ai ribelli. Ma la stessa determinazione si vede comunque nella  forza di volontà dello schieramento opposto, guidato dagli USA e i suoi alleati, per far sì che il Ghouta non venga liberato. Questa è la lotta tra i due fronti : uno determinato a riprenderne il controllo incamminandosi verso la fine della guerra in Siria e l’altro altrettanto determinato nel continuare la guerra.

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I motivi principali:

  • Il Ghouta era ed è ancora considerato una delle principali zone che offrono protezione a Damasco dagli attacchi aerei verosimilmente da parte di Israele. Il sistema di difesa aereo siriano ha mantenuto per decenni molte basi di missili anti-aeree come punto di tiro incrociato attorno alla capitale.

All’inizio della guerra, l’esercito siriano ha smontato il sistema radar di difesa aerea nel Ghouta poco prima che cadesse nelle mani di ribelli e jihadisti, non riuscendo a recuperare tutti i missili : alcuni furono distrutti dai nuovi occupanti e altri usati per abbattere con successo un aereo siriano.

L’esercito siriano,dopo aver riconquistato il Ghouta, passerà all’installazione di un sistema avanzato antiaereo con l’aggiunta di un importante elemento difensivo per la capitale, Damasco, che avrà effetto contro ogni attacco aereo  di missili a lungo raggio o qualunque violazione del suo spazio aereo.

  • Il Ghouta orientale è il punto più debole attorno a Damasco. Infatti ribelli e jihadisti bombardano la capitale quotidianamente con decine di razzi e missili. Sarebbe impossibile, in questa situazione di continua minaccia alla popolazione, lo svolgimento di qualunque elezione presidenziale o parlamentare, infatti fino a quando Damasco non sarà sicura, qualunque proposta offerta da Mosca per terminare la guerra in Siria sarà problematica.
  • Finire la guerra nel Ghouta significa chiudere con la presenza di al-Qaeda ( Jabhat al- Nusra oppure Hay’at Tahrir al-Sham) e di Ahrar al-Sham ( un gruppo che abbina le dottrine salafiste- jihadiste- takfiri e della fratellanza musulmana) attorno a Damasco. Questi jihadisti saranno obbligati ad andarsene dal Ghouta per raggiungere Idlib quando realizzeranno che la battaglia è perduta. Tutto ciò sarà una spinta allo scambio con gli abitanti delle città assediate di Fua e Kfarya , accerchiate dai jihadisti nel nord di Idlib da oltre tre anni.

Un simile scambio è avvenuto nel dicembre 2016 quando ai jihadisti e ai civili fu offerta l’uscita da Aleppo in cambio dell’uscita di civili da Fua e Kfarya ( di questi molti vennero uccisi ,durante il trasferimento, da un attacco suicida di Jund al-Aqsa, un’organizzazione vicina all’ISIS che opera con al-Qaeda nel nord della Siria)

  • Chiudere la guerra nel Ghouta libererà migliaia di soldati siriani che potranno andare direttamente nella città meridionale di Daraa e liberare inoltre la zona di confine con Israele. Si prevede che uno dei principali obbiettivi dell’esercito siriano sarà la roccaforte di “Khaled Bin Al Waleed Army” nel bacino di Yarmouk, al confine con Israele. Qui ci sono gruppi in precedenza associati all’ISIS ( operano con gli stessi metodi e ne hanno la stessa ideologia) apprezzati continuamente dall’ agenzia di informazione ufficiale dell’ISIS, A’maq e Al-Battar.
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Jaish Khaled Bin al-Waleed south of Syria

Israele fornisce armi, denaro ,equipaggiamento ad almeno sette organizzazioni siriane nel Golan, sostenendole inoltre con servizi di informazione e aerei a controllo remoto . Non molto tempo fa l’esercito siriano ha riconquistato l’area di Beit Jinn avvicinandosi parecchio al territorio occupato del Golan.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha spesso chiesto alla Russia di tenere lontano l’esercito siriano almeno 60 km dal “suo” confine, , come zona cuscinetto. Il presidente Putin si è rifiutato di rispondere alla richiesta di Netanyahu perché considera il Golan un territorio occupato che appartiene alla Siria e non vuole interferire nel conflitto arabo-israeliano.

L’esercito siriano è diventato dunque più forte e resiliente oggi più che mai e si dirigerà verso il fronte meridionale dopo il Ghouta. Questa mossa farà infuriare Israele e il suo alleato americano che  cercheranno di impedirne il processo ,se possibile, tramite il sostegno al Ghouta  dei canali umanitari, delle Nazioni Unite ( sotto varie bandiere)e dei mezzi di informazione internazionali che continuano a “chiudere un occhio”. Andranno pure oltre, sostenendo un’organizzazione come al-Qaeda che si trova anche lei nel Ghouta.

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La presenza di al-Qaeda rappresenta infatti un motivo piuttosto debole per gli USA ( ma forte per la Russia) per liberare il Ghouta. Prima della campagna militare contro Damasco-est, si stimava che al-Qaeda avesse tra i 1.500 e 2.000 combattenti nella zona mentre quello delle altre organizzazioni era tra 8.000 e 10.000, sempre nella stessa zona.

Al-Qaeda, come ci si aspettava, ha cercato con un  bluff di ridurre il numero di almeno il 10% ( sostenendo di avere solo 200 combattenti nel Ghouta). La risoluzione 2401 delle Nazioni Unite,comunque, chiaramente esclude al-Qaeda ( Jahbat al-Nusra o Hay’at Tahir al-Sham) e altre organizzazioni jihadiste dalla cessazione delle ostilità.

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Nel Ghouta ci sono varie organizzazioni come “ l’esercito dell’Islam” a Duma che ha un’ideologia jihadi-salafista,   “al-Qaeda” che agisce con “Faylaq al-Rahman e “Fajr al-Ummah” oltre ad un piccolo numero di “ Ahrar Sham”: tutti questi si trovano nei poderi tra Duma, Harasta, Joubar, Saqba, Zamaleka e  Muhammadiyah.

“Fajr al-Ummah” è alleata di al-Qaeda e ne condivide l’organizzazione, le armi e i combattenti  nonostante sia classificata come “esercito libero siriano”. Tutti questi gruppi hanno  annunciato dal 2013 di essere “ tutti Jabhat al-Nusra” anche se le relazioni tra  al-Qaeda e gli altri gruppi siriani oggi sono diverse nel nord della Siria da come erano nei primi anni di guerra.

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Inside Ghouta: Shifoniyeh

C’erano più di 2,5 milioni di abitanti nell’est Ghouta prima del 2011, mentre stime recenti indicano che ce ne siano tra i 200.000 e i 300.000 oggi. Per questo la Russia ha annunciato di aver aperto un corridoio umanitario per l’uscita dei civili al valico di al-Wafedeen. Ci sono forze di sorveglianza russe, autobus, 46 autocarri in attesa di fornire agli abitanti del Ghouta cibo e medicine e la Croce Rossa siriana è in attesa dei civili in fuga dalla zona controllata dai jihadisti. I jihadisti però impediscono ai civili di andarsene, imponendo il coprifuoco nelle cinque ore destinate all’evacuazione, per mantenere così la pressione sulla Russia e sulla Siria che insistono sul ritorno del Ghouta sotto il controllo del governo centrale di Damasco.

L’esercito siriano che combatte da solo senza forze alleate ( grazie alla sua ricostituzione e alla sua forte ideologia in combattimento) è riuscito a riprendersi una importante porzione del Ghouta negli ultimi giorni (circa il 40%) ed è fiducioso di liberarlo presto. L’esercito siriano sta per dividere il Ghouta in due parti e si prevede che l’evacuazione verso Idlib e i negoziati di scambio con gli abitanti di Fua e Kfarya inizino nei prossimi giorni.

La battaglia del Ghouta come ho scritto ( nel mio precedente articolo) è quindi una guerra tra Russia e USA e riguarda l’influenza e il dominio nel Levante. La Russia vuole terminare la guerra per provare la sua abilità nel portare la pace, non solo nel condurre la guerra, mentre gli USA stanno facendo il possibile per guastare la gioia del presidente Putin. Questa battaglia aveva bisogno di un’arena (la Siria) dove le due superpotenze potessero confrontarsi.

Una cosa è certa : il ruolo dominante a senso unico degli Stati Uniti in medio oriente ,qualunque sia l’esito della guerra in Siria , è finito.

 

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