L’Arabia Saudita  prende in giro il mondo grazie alla sua ricchezza …e a Trump.

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Di Elijah J. Magnier: @ejmalrai

Tradotto da: Alice Censi

I leaders dell’Arabia Saudita ostentano la massima disinvoltura nel prendere in giro i valori occidentali in virtù del potere rappresentato dal loro denaro. Democrazia, diritti umani, libertà di parola, libertà di protesta, libertà di espressione e altre libertà sono considerate delle regole imposte dall’Occidente . Se si desidera violare questi sacri principi basta pagare!

Facendo leva sul suo potere economico basato sul petrolio, l’Arabia Saudita ha sfidato il Presidente Obama quando il Congresso aveva approvato la legge JASTA (Justice Against Sponsors of Terrorism Act) nel 2016 minacciando di ritirare centinaia di miliardi di dollari  investiti negli Stati Uniti se l’Arabia Saudita fosse stata accusata di aver avuto un ruolo nell’attacco terroristico di al-Qaeda dell’11 settembre 2001. Si sa che Osama Bassnan, che è stato identificato (attraverso il contenuto delle 28 pagine desecretate del “Commission Report”sull’11 settembre ) come  sostenitore finanziario a San Diego di due degli attentatori dell’11 settembre, aveva ricevuto denaro dall’ambasciatore saudita a Washington Bandar Bin Sultan e anche la moglie di Bassnan  aveva avuto del denaro dalla moglie di Bandar.

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La monarchia saudita ha anche sfidato le Nazioni Unite nel 2017 quando un piccolo gruppo di nazioni occidentali aveva cercato di creare una commissione d’inchiesta sulle sue violazioni dei diritti umani in Yemen, uno dei paesi più poveri del Medio Oriente in cui milioni di persone sono costrette ad affrontare morte, fame e malattie dovute ai bombardamenti sauditi appoggiati dall’Occidente. E dulcis in fundo, un profilo di informazione statale saudita che promuove la propaganda del ministero dell’informazione , spesso ri-tweettato dal ministero stesso, pare abbia minacciato esplicitamente un attacco sullo stile di quello dell’11 settembre mostrando un aereo diretto  contro un grattacielo di Toronto in Canada. Il tweet in questione era in risposta ad un tweet del ministero degli esteri canadese in cui veniva espressa una forte preoccupazione sui recenti arresti in Arabia Saudita di persone della società civile e sugli attacchi alle attiviste per i diritti delle donne.

I sauditi accusano il Canada di quello che loro definiscono “interferenza nei loro affari interni” e questa accusa arriva proprio da quel paese che sistematicamente invoca il “cambiamento” negli affari interni altrui : il  primo ministro, Adel al-Jubeir ha ripetuto fino alla nausea per lunghi anni durante la guerra in Siria, che il presidente Bashar al-Assad  “ sarà rimosso con la forza”. I leaders sauditi sono fautori del cambio di regime in Iran ( lo stesso profilo twitter aveva invocato la morte del Leader Supremo dell’Iran all’inizio della giornata), hanno tenuto in ostaggio il primo ministro libanese ( era intervenuto il presidente francese per ottenerne il rilascio) e bombardano tutti i giorni lo Yemen, mentre il mondo osserva impotente, uccidendo migliaia di civili e distruggendo un paese il cui unico reato è quello di  rifiutare di sottomettersi al dominio saudita e alla sua ideologia wahabita. Il mondo guarda questi abusi dei sauditi con occhi impotenti.

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Il Canada esortava l’Arabia Saudita a rilasciare immediatamente tutti i pacifici attivisti dei diritti umani. La detenzione brutale dei critici del regime ha caratterizzato il governo del giovane principe Mohammad Bin Salman (MBS). Le sue prime vittime erano state dei membri della famiglia reale e il primo ministro libanese Saad Hariri, tutti quanti tenuti in ostaggio dal Regno al suo interno. Bin Salman cerca di reprimere qualunque voce che prova a contraddirlo all’interno della monarchia del petrolio : ha ereditato un potere assoluto dal suo malandato padre, il Re .

MBS ha cercato –ovviamente con poco successo nonostante l’appoggio dei mezzi di informazione occidentali –di far apparire i suo regno come un paese sulla via delle riforme. Non è riuscito però a dare un volto moderno alla dottrina estremista wahabita, la religione ufficiale dell’Arabia Saudita. Questa dottrina è la “fonte principale del terrorismo globale”e lo stesso insegnamento seguito da gruppi come al-Qaeda e lo “Stato Islamico”(ISIS). Questi gruppi condividono l’ideologia takfiri con la maggior parte degli abitanti del regno. Questo insegnamento si contraddistingue per la sua rigidezza, intolleranza e propensione ad uccidere gli infedeli definiti tali in quanto seguaci di altre religioni, laici o anche mussulmani che non sono d’accordo sul ritorno alla pratica dell’Islam con la spada.

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Il potere e l’ideologia saudita non potrebbero affermarsi senza quel sostegno -apparentemente illimitato -che viene dato loro dalla nuova amministrazione americana guidata da Donald Trump. “ I paesi della zona, alcuni dei quali immensamente ricchi, non sarebbero lì se non fosse per gli Stati Uniti….non durerebbero una settimana, noi li stiamo proteggendo”. Questi ripetuti commenti di Trump, mostrano la tolleranza di Washington nei confronti di al-Qaeda, dell’ISIS e della dottrina saudita in cambio di denaro. Trump ha continuato dicendo “ adesso devono pagare per quello che sta avvenendo”.

A queste condizioni, l’Arabia Saudita –pagando come dovuto una tassa a Trump per averne la protezione – ha mano libera per distruggere lo Yemen, il paese più povero del Medio Oriente e uccidere tutti quei civili che i suoi aerei riescono a colpire. Moltissimi sono morti di fame e di malattie grazie alla distruzione delle infrastrutture da parte dei sauditi. L’Arabia Saudita ha poi minacciato di bloccare tutti i contributi finanziari alle Nazioni Unite in caso venisse accusata di violazione dei diritti umani. Non c’è osservatore imparziale che non riuscirebbe a notare come oggi il denaro saudita prenda  in giro le nazioni potenti. I tanto decantati valori occidentali sono evidentemente in vendita al bazaar . Inrealtà,il silenzio del mondo  – incluso il Canada – nei confronti dell’orrenda catastrofe umana dovuta ai bombardamenti giornalieri dei sauditi sullo Yemen e dell’appoggio dato dall’Arabia Saudita ai terroristi (cioè al-Qaeda in Siria e Yemen e l’ ISIS in Siria) ha incrementato la disinvoltura con cui i sauditi prendono in giro i valori occidentali impunemente.

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Quindi, quando l’Occidente parla di “ regimi dittatoriali che vìolano la libertà di parola, che non rispettano i diritti umani e che riempiono le prigioni di cittadini accusati di andare contro i  propri governanti” sta soltanto comunicando che i regimi di cui parla  non pagheranno ( o non potranno permettersi di pagare) il riscatto a Donald Trump e a altri leaders del cosiddetto “mondo libero”. Evidentemente i leaders occidentali sono preoccupati soprattutto di vendere sempre più armi e firmare contratti commerciali con i paesi ricchi di petrolio. Ecco perchè la propaganda di gruppi come al-Qaeda e l’ISIS trova terreno fertile quando critica “l’ipocrisia dell’Occidente”che ruba le ricchezze dei paesi mussulmani e i suoi  valori e principi discriminatori.

Poiché Tehran sfugge al dominio di Trump, il nuovo bullo che sta a Washington e il suo staff guerrafondaio non hanno avuto difficoltà a revocare un documento ufficiale ( il JCPOA, ovvero il trattato nucleare con l’Iran) firmato da Obama e altri leaders mondiali. Gli iraniani sono un popolo con un’attitudine particolare a negoziare a ogni livello ( c’è un enorme, straordinario bazaar nel cuore della loro capitale). I leaders iraniani avrebbero potuto stare meglio “corrompendo Trump” come ha fatto Mohammad Bin Salman , per ottenere il loro posto in Medio Oriente. Naturalmente la somma richiesta  avrebbe dovuto sorpassare quella pagata dal principe saudita, Mohammad Bin Salman.

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Il profilo ufficiale collegato al ministero dell’informazione (@Infographic_ksa) che ha oltre 300.000 followers si è autosospeso perché potesse finire la tempesta scatenata dalla sua minaccia. Né Twitter né il Canada hanno commentato questa minaccia diretta, ancor meno l’hanno condannata  o accusato i responsabili di comportamento criminale dovuto al contenuto del messaggio. Il centro anti-terrorismo americano-saudita che si trova nel Regno non ha reagito, il ministero dell’informazione ha semplicemente detto di aver chiesto al gestore di sospendere il profilo nell’attesa di investigazioni.

I profili sauditi, a loro volta,  hanno attaccato il ministero degli esteri canadese riguardo alla situazione di donne indigene scomparse e uccise in Canada ricambiando quella che loro considerano un’intrusione nei loro affari interni. Questi sauditi non riescono a capire che il governo canadese approva  questo genere di  critiche e condanna questi abusi.

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I sostenitori della monarchia saudita hanno ovviamente difficoltà a capire che un governo occidentale possa accettare una tale critica. I difensori dei diritti umani sono ben accolti in Occidente mentre nel regno saudita le critiche non sono permesse e vengono punite con lunghi anni di carcere. Per usare un eufemismo, nessuna decapitazione viene eseguita in pubblico nelle città canadesi mentre invece è una pratica normale in Arabia Saudita, una pratica che l’ISIS e al-Qaeda sono orgogliosi di esercitare nelle loro zone di influenza.

L’”escalation” saudita ( il richiamo in patria del suo ambasciatore e la richiesta all’ambasciatore canadese di andarsene, la sospensione di tutti i voli verso e dal Canada, il richiamo di migliaia di studenti dal Canada e la sospensione delle borse di studio, il congelamento degli investimenti e della collaborazione commerciale) contro il Canada non è una coincidenza. Sebbene l’Arabia Saudita fornisca petrolio alla raffineria Irving a Saint John , New Brunswick, ( in Canada) il Canada importa solo il 10% del suo petrolio dall’Arabia Saudita e i due paesi hanno uno scambio commerciale limitato ( malgrado il loro accordo sulle armi del 2014). Secondo Bloomberg l’Arabia Saudita ha investito solo 6 miliardi di dollari in affari nel Canada dal 2006. Quest’anno, secondo Statistics Canada, il Canada ha esportato 1,08 miliardi di merci in Arabia Saudita e ha importato 1,5 miliardi di dollari di beni dal regno. Il livello di commerci tra i due paesi non è essenziale per l’Arabia Saudita.

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I soldi possono comprare tutto e tutti….tranne forse  quelli tra noi che insistono nel far notare che i nostri valori, non in vendita nel bazaar saudita, sono vincolanti solo per quelli che non possono permettersi di pagare un occhio della testa.

Complimenti all’Arabia Saudita per la sua capacità di comprare i leaders del cosiddetto mondo libero.

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