La strategia di risposta di Hezbollah e’ dovuta alla sfortuna di Netanyahu.

Di Elijah J. Magnier       @ejmalrai 

Tradotto da: Alice Censi

In Medio Oriente la “battaglia tra le guerre” avvenuta nell’ultima settimana di agosto tra Israele e Hezbollah e’ stata osservata da diverse e contraddittorie angolazioni. Molti avrebbero voluto vedere scorrere il sangue israeliano e quindi si auguravano la morte di numerosi soldati dell’IDF, altri invece hanno criticato la risposta di Hezbollah all’aggressione israeliana al Libano ovvero i droni lanciati da Tel Aviv sulla periferia di Beirut. Sta di fatto che l’attacco di Hezbollah ad un veicolo israeliano ha segnato un nuovo punto di partenza per una futura equazione che impone il rispetto delle regole d’ingaggio, l’attuazione di una strategia nel rispondere e uno scambio di altri messaggi che entrambi i belligeranti capiscono. Tutte queste conseguenze sono il risultato dell’intenzione del primo ministro israeliano di dare il via ad un nuovo piano d’azione inviando droni suicidi contro l’Iran e i suoi alleati. Netanyahu non ha avuto fortuna perché la sua tattica  “mordi e fuggi” e’ stata disturbata dai problemi tecnici di uno dei due droni mandati sulla periferia di Beirut. Questo fallimento ha avuto l’effetto di imporre nuove regole che presumibilmente dureranno almeno fino a quando gli Stati Uniti non faranno la guerra all’Iran. 

Secondo informazioni disponibili, un gruppo composto da membri di Hezbollah e da suoi alleati raggiungeva il confine nelle alture occupate del Golan di notte per mandare un drone in direzione di Israele. Qualche ora dopo il gruppo faceva ritorno in una villa nelle vicinanze dell’aeroporto di Damasco inseguito da un drone israeliano che riusciva ad identificare il luogo verso cui erano diretti. Secondo quello che ha comunicato Hezbollah, Israele a quel punto decideva di bombardare la casa uccidendo i due militanti. La stessa notte Israele mandava i due droni suicidi alla periferia di Beirut per colpire quello che sembrava fosse un deposito di droni. Uno dei droni, per problemi tecnici o per qualche incidente non chiaro, veniva catturato da Hezbollah rivelando così la nuova tattica usata da Israele per colpire gli alleati dell’Iran. 

Se Netanyahu non fosse stato così sfortunato, la situazione di Hezbollah sarebbe stata ben difficile da spiegare nel caso in cui il suo segretario generale avesse deciso di reagire all’uccisione da parte di Israele dei suoi militanti in Siria trascinando l’intero Libano in una guerra con Israele. Non avrebbe probabilmente avuto l’appoggio del primo ministro Saad Hariri, un politico pro Stati Uniti, e di molti altri membri del governo sulle sue stesse posizioni che hanno sostenuto il diritto di Hezbollah a reagire contro Israele. La tattica di Netanyahu di usare i droni suicidi sarebbe andata avanti per un po’ e lui avrebbe potuto distruggere una buona parte delle capacità militari di Hezbollah senza subirne le conseguenze e senza lasciare traccia. 

Così adesso Israele sarà immediatamente accusato se avviene un’ esplosione nei depositi di Hezbollah. La cattura di uno dei droni di Netanyahu ha creato un precedente storico e nessun altro dirigente in Israele potrà permettersi di continuare questa politica. Dovranno tutti attenersi alle regole d’ingaggio e astenersi dal colpire Hezbollah nel breve e medio periodo a meno che non stiano cercando proprio la guerra. 

Un’altra questione importante da tener presente e’ il modo in cui Hezbollah ha colpito il veicolo israeliano e causato delle vittime ( le fonti di Hezbollah hanno confermato le vittime mentre la propaganda israeliana sostiene che vittime non ce ne sono assolutamente state). Questa azione “ senza vittime” ha suscitato ipotesi da parte degli analisti ma anche sui “social media” che a volte rasentano la fantascienza. Alcuni la considerano una giustificazione al colpo ben studiato di Hezbollah contro un obbiettivo militare ad Avivim. Altri immaginano un accordo tra Israele e Hezbollah per attutire il colpo. Altri ancora hanno scritto che la decisione di Hezbollah e’ stata quella di ridimensionare la risposta in seguito alle pressioni internazionali sul Libano.

Ho saputo che una barca israeliana, Super Dvora, ha violato le acque libanesi ed è stata individuata dai radar di Hezbollah. La leadership di Hezbollah, informata, non ha voluto distruggerla con i suoi modernissimi missili supersonici anti- nave perché così facendo avrebbe potuto scatenare una guerra: il gran numero di vittime, infatti, avrebbe costretto Netanyahu a rispondere. 

Quello che è successo ad Avivim domenica pomeriggio e’ che Hezbollah ha apparentemente usato lo stesso metodo adottato da Israele per anni in Siria. Un missile a guida laser ha colpito il davanti del veicolo israeliano. Un altro, qualche secondo dopo, ha incendiato il veicolo da dietro, intenzionato a fare delle vittime. E’ esattamente la tattica usata da Israele quando colpisce i carichi di armi e munizioni di Hezbollah per evitare le perdite umane e le rappresaglie. Domenica pomeriggio Hezbollah ha mandato un messaggio forte a Israele, molto più forte dell’uccisione di due o tre soldati : continueremo a trasportare armi dalla Siria facendo in modo che non ci siano vittime. Oppure l’equilibrio si romperà, non verrà più rispettato e ci saranno delle serie conseguenze. 

Da quando è nato, Hezbollah sa che Israele ha preso di mira e assassinato molte personalità che operano con i palestinesi a Gaza. Molti sono stati uccisi e altri sono sopravvissuti ai tentativi di eliminarli. Uccidendo i due membri di Hezbollah in Siria Israele ha cercato di nuovo di sottolineare che qualunque parte avversa  che cerchi di operare in Israele e Palestina sarà immediatamente colpita. 

L’attacco di Hezbollah e’ avvenuto alla luce del giorno, fuori dalle fattorie occupate di Shebaa. Lo scopo era di imporre una risposta strategica ad ogni futuro attacco di Israele lungo il confine. Hezbollah ha obbligato l’esercito israeliano a nascondersi per una settimana e a ritirarsi, posizionandosi dietro i civili. Ha imposto a Israele di porre un freno agli attacchi a Hezbollah perché stavolta la risposta sarebbe arrivata  senza avvertimenti. Così Hezbollah ha imposto nuove regole di ingaggio introducendo nuovi elementi che fino al 1 settembre erano dei tabù. Inoltre, adesso, Israele non può più permettersi di assassinare i leaders di Hezbollah senza aspettarsi un’immediata, non annunciata reazione che potra’ andare a colpire, per esempio, qualche ufficiale di alto livello tra quelli che sono operativi sul confine con il Libano o lo visitano. 

Hezbollah ha vinto a tutti i livelli, al di là del numero delle vittime. Israele ha perso su tutti i fronti e ha fatto diventare il Libano un posto molto più sicuro. Tutto a causa del malfunzionamento di un drone : è costato moltissimo a Netanyahu, un prezzo che non avrebbe mai immaginato. 

Grazie in anticipo a tutti coloro che, dopo aver letto questo articolo, vorranno contribuire, anche solo con un euro, alla continuità delle informazioni!!