Lo scontro tra Stati Uniti e Iran in Libano: contromisure e escalation.

Di Elijah J. Magnier: @ejmalrai

Tradotto da C.A. 

L’inasprimento delle tensioni tra Washington e Teheran, la “massima pressione” esercitata dagli Stati Uniti per intensificare la stretta sull’Iran e le elezioni presidenziali americane che si avvicinano sono tutti segnali che sembrano preannunciare l’avvento di una lunga estate calda. Dopo la Siria adesso è la volta del Libano. Il disastro finanziario del paese dei cedri ha raggiunto un punto di non ritorno. Gli Stati Uniti stanno tentando di attribuire le ricadute di questa seria situazione economica a Hezbollah, l’alleato più forte che ha l’Iran, anche se tra le autorità americane c’è chi la vede diversamente. Ma l’Iran e il suo alleato hanno deciso che la società libanese, a cui Hezbollah appartiene, non potrà essere intimidita o ridotta alla fame. Nessuno perciò dovrà sorprendersi vedendo le navi iraniane ormeggiate nel porto di Latakia, pronte a fornire al Libano il cibo, l’energia e le attrezzature sanitarie di cui ha urgente bisogno. 

Il Libano è simile alla provincia di Isfahan in quanto a numero di abitanti e non sarà quindi  difficile per l’Iran riuscire ad organizzare dei rifornimenti a cadenza mensile che impediscano ai suoi importantissimi alleati nel paese dei cedri di soffrire la fame. Se Teheran è in grado di rifornire il Venezuela attraversando un oceano, andare in aiuto del Libano per lei non sarà che un gioco da ragazzi. E in questo modo anche questo ennesimo tentativo degli Stati Uniti e di Israele di paralizzare Hezbollah verrà bloccato. 

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In Libano gli alleati dell’Iran si stanno organizzando e studiano i passi necessari per  escludere la possibilità che il paese venga assediato dalla carestia. Ci sono stati incontri in cui si sono formati dei comitati dedicati a organizzare gli ordini, la ricezione e la distribuzione delle merci per andare incontro ai bisogni della popolazione. Carburante, medicine e cibo sono le priorità per evitare una situazione simile a quella del Venezuela, uno scenario che purtroppo è diventato possibile. 

Israele e gli Stati Uniti sperano in una rivolta della popolazione libanese. Si augurano che nelle piazze Hezbollah venga additato come il responsabile della crisi. Servirebbe così a distrarre e contenere l’alleato più forte dell’Iran. Ma Hezbollah ha parecchie scelte inclusa quella militare se necessaria. Se gli Stati Uniti e Israele caricassero un po’ troppo la mano nei confronti di quella fetta di società libanese che fa parte dell’organizzazione e la protegge, ci sarebbero pesanti conseguenze per Israele e gli Stati Uniti. Malgrado Hezbollah non sia mai stato direttamente coinvolto in casi di corruzione e di cattiva gestione da quando ha cominciato a partecipare al potere nel 2005, la sua leadership si sente responsabile del benessere della popolazione. Nel 2006, quando Israele distruggeva migliaia di case, Hezbollah, sostenuto finanziariamente dall’Iran, ne ricostruiva un buon numero. 

Oggi Hezbollah ha decine di distributori di carburante al-Amana e farmacie al-Murtada e gestisce altre compagnie autorizzate a ricevere merci e carichi provenienti dall’Iran, merci  che poi vende a prezzo ridotto anche a quella parte del paese che non lo appoggia. Se gli Stati Uniti e Israele agiranno per fermare queste attività, Hezbollah non esiterà ad usare la sua forza militare imponendo una nuova Regola d’Ingaggio. Bombardare Israele potrebbe diventare necessario per poter garantire l’arrivo in Libano di carburante, cibo e medicine. 

Quello che Stati Uniti e Israele non hanno messo in conto è il fatto che chi fornisce e provvede ai bisogni primari della popolazione è quello che otterrà in seguito il suo riconoscimento e il suo appoggio. E questo potrebbe portare ad un cambiamento della mappa elettorale del Libano e anche alla possibilità di una costituzione modificata. Al collasso della moneta locale potrebbe far seguito una serie di misure e di sviluppi che Israele e gli Stati Uniti non avevano preso in considerazione quando hanno scelto il Libano come terreno di battaglia con l’Iran. 

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