
Di Elijah J. Magnier: @ejmalrai
Tradotto da C.A.
Da quando gli aerei israeliani hanno ucciso un militante di Hezbollah a Damasco, l’esercito di Tel Aviv è in stato di massima allerta, sta infatti ammassando carri armati e forze d’élite sul confine per evitare che Hezbollah lo attraversi ed entri nelle zone abitate dai coloni. Israele sta mandando messaggi in tutte le direzioni, messaggi in cui dichiara di essere pronto alla guerra e a colpire il Libano nel caso le sue truppe vengano attaccate. Nonostante ciò il comportamento dell’esercito israeliano sembra smentire queste affermazioni e indicare invece la non volontà di dare il via ad una guerra che andrebbe a colpire anche le infrastrutture del Libano. Tutto fa pensare ad una “risposta” limitata lungo il confine senza che l’intero fronte venga coinvolto. Ma Israele non è l’unico a voler abbassare i toni. Anche l’Iran non ha nessuna voglia di andare alla guerra o di vedere i suoi alleati impegnati in una battaglia infinita proprio quando si prospettano delle sfide importantissime a livello internazionale e prima della fine di questo 2020.
L’esercito israeliano è in stato di massima allerta là dove Sayeret Maglan (un’unità israeliana specializzata nelle operazioni condotte dietro le linee nemiche) e la Brigata Golani sono state schierate, lungo cioè i 150km di confine con il Libano. Ha allontanato tutto il personale non strettamente necessario dal confine e impedito ai suoi veicoli militari di viaggiare sulle strade esposte ai possibili lanci dal Libano dei missili anti-carro di Hezbollah. La sua reazione, avvenuta la scorsa settimana, quando una soldatessa diciannovenne vedeva “qualcosa che si muoveva” nelle fattorie di Shebaa occupate, indica comunque quanto sia pronto ad una azione limitata contro Hezbollah. Infatti l’esercito israeliano ha bombardato la sua recinzione lungo il confine e ha raggiunto un unico “bersaglio”: una casa privata nel villaggio di Habbariyeh (alle pendici del Monte Hermon, vicino al confine con la Siria, a nord-est di Rachaya Al Foukhar) danneggiandone il balcone e il bagno.
Israele ha evitato di colpire le postazioni di Hezbollah lungo il fronte, i sistemi difensivi e la “zona di competenza” che include la linea di sicurezza e di attaccare dietro le linee di difesa. Israele si è tenuto alla larga dalle postazioni delle forze speciali di Hezbollah, quelle unità “al-Ridwan” che hanno combattuto in Siria per nove anni in zone urbane come nei grandi spazi aperti, in montagna e nel deserto.
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