Come farà l’Iran a convincere Biden che risolvere l’accordo sul nucleare è una priorità?

DI Elijah J. Magnier

Tradotto da A.C. 

Molti paesi del Medio Oriente pensano che tutti i conflitti che  tormentano la Siria, l’Iraq, lo Yemen, la Palestina e il Libano potrebbero essere risolti il giorno in cui gli Stati Uniti e l’Iran riusciranno finalmente a sedersi attorno al tavolo dei negoziati anche se l’Arabia Saudita e Israele preferirebbero ci fosse una guerra contro l’Iran in grado di neutralizzare le sue capacità militari ed economiche. La “massima pressione” degli Stati Uniti, le sanzioni più soffocanti in assoluto al mondo, non sono riuscite a sottomettere l’Iran ai diktat americani e neppure a ridurre il programma missilistico di Teheran ma neanche hanno cambiato il sostegno che elargisce regolarmente ai suoi potenti alleati in Medio Oriente. Quindi, secondo la logica israeliana e saudita, solo la guerra riuscirebbe a spezzare il legame che unisce l’Iran e i suoi partner (Hamas, la Jihad Islamica palestinese, Hezbollah, il presidente della Siria Bashar al-Assad, numerose brigate appartenenti a Hashd al-Shaabi e alla resistenza irachena e gli Houthi in Yemen). Ma la guerra all’Iran non può essere una scelta razionale per gli Stati Uniti per varie ragioni: i costi sarebbero altissimi, l’Iran e i suoi alleati posseggono armamenti all’avanguardia e i progressi di Teheran a livello di competenze nucleari sono notevoli. Ma l’Iran ha in mano delle carte tali da consentirgli di portare al tavolo dei negoziati il presidente eletto Joe Biden ed evitare che venga rimandata la revoca delle sanzioni? 

Il rappresentante iraniano presso l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), l’ambasciatore Kazem Gharib Abadi, ha ammesso che il suo paese ha aggirato il quadro dell’ “accordo sul nucleare” ovvero il Piano d’Azione Congiunto Globale (acronimo in inglese JCPOA) del 2015 illegalmente violato nel 2018 dagli Stati Uniti, che permette all’Iran di arricchire l’uranio solo con le centrifughe di prima generazione IR-1. Gli ispettori delle Nazioni Unite hanno avuto accesso alla centrale sotterranea di arricchimento di Natanz (FEP) e hanno scoperto che Teheran ha triplicato la sua scorta di uranio arricchito immettendo l’uranio naturale trasformato in gas, esafluoruro di uranio (UF6), in una cascata di 174 centrifughe, le più avanzate IR-2m. 

Il ministro degli esteri iraniano Jawad Zarif ha spiegato così le intenzioni del suo paese: “Se gli Stati Uniti adempiranno agli obblighi previsti dalla risoluzione 2231 del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite noi rispetteremo i nostri, ai sensi del  JCPOA”. 

“Abbiamo deciso di rifiutare qualunque negoziato con l’attuale amministrazione (di Donald Trump) prima delle elezioni presidenziali. Trump non solo ha violato l’accordo sul nucleare e imposto la massima pressione economica all’Iran ma ha anche assassinato il brigadiere generale Qassem Soleimani. Questo atto illegale e criminale ha sbarrato le porte a qualunque possibilità di dialogo. La costante violazione da parte dell’Iran dei limiti imposti dall’accordo sul nucleare, JCPOA, d’ora in avanti continuerà o meno a seconda delle reazioni della nuova amministrazione americana guidata da Joe Biden. Nel frattempo andiamo avanti lentamente, ma senza fermarci, ad aumentare l’arricchimento dell’uranio per arrivare alla soglia del 20%. Se gli Stati Uniti vogliono negoziare, il loro capo sa da dove deve iniziare: il rispetto del JCPOA come prima cosa e poi potremo parlare” ha detto uno di coloro che prendono le decisioni a Teheran.

L’Iran non ha nessuna intenzione di nascondere la verità, le sue capacità nucleari sono aumentate il che permette all’Europa e agli Stati Uniti di agire se lo desiderano. E non ha nessuna intenzione di partecipare a trattative mentre è sottoposto alla massima pressione sanzionatoria ma sta mettendo insieme delle buone carte da poter giocare al tavolo negoziale se Biden deciderà di tornare all’accordo firmato da Obama e dai cinque membri permanenti delle Nazioni Unite insieme alla Germania. Se le sanzioni continueranno l’Iran senza esitazioni andrà avanti ad arricchire l’uranio fino al 90% , una percentuale definita “per scopi militari”.

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