Il governo del Libano ha potuto vedere la luce grazie all’Iran 

Di Elijah J. Magnier 

Tradotto da A.C. 

Dopo 13 mesi segnati da conflitti interni e dalle dimissioni di coloro che erano stati indicati come primi ministri, finalmente il Libano ha un governo che, seguendo le linee dettate dal presidente Aoun (senza emendamenti significativi), ha potuto vedere la luce solo grazie all’Iran. 

Quando Saad Hariri  rassegnò le dimissioni da primo ministro nel 2019  in seguito al volere degli Stati Uniti e dell’Arabia Saudita e ai disordini esplosi nel paese, fece di tutto, per più di un anno,per impedire che un altro potesse essere designato al suo posto. Chiaramente ambiva ad accentrare il potere nelle sue mani. Per realizzare il suo scopo venne aiutato moltissimo dal presidente del parlamento Nabih Berri che fece fuoco e fiamme per proteggere il governatore della Banca Centrale Riyad Salamé e per mettere i bastoni tra le ruote  al primo ministro Hassan Diab anche se quest’ultimo era stato nominato dalla coalizione che includeva Berri e il suo grande alleato Hezbollah. 

Berri inconsapevolmente diede vita così ad una alleanza con Hariri mirata a contrapporsi al presidente della repubblica, il generale Michel Aoun, e a suo genero Gebran Bassil, ex ministro degli esteri a capo della componente cristiana più numerosa nel parlamento. Tra i due nuovi alleati e il presidente Aoun crebbe il rancore quando quest’ultimo chiese  la verifica e il controllo di tutte le spese dei decenni precedenti. La richiesta di verifica avrebbe danneggiato tutti quei politici che hanno governato il Libano a partire dal 1990, tutti colpevoli del dilagare della corruzione, dell’accumulo di ricchezze illegali nel paese senza che mai fossero obbligati a renderne conto. Va detto inoltre che Berri non ha mai dimenticato che l’ex ministro degli Esteri lo aveva definito un   delinquente , una definizione che gli sta a pennello .

Questi politici libanesi corrotti sono sempre stati amici degli Stati Uniti, dei capi di stato europei e dei re e degli emiri mediorientali. Considerano lo stato una immensa fonte di entrate e non prevedono la possibilità di dover rendere conto del loro operato dato che tra loro è normale  chiudere un occhio e proteggersi a vicenda.  Rappresentano inoltre molti membri del parlamento, godono di sostegno popolare e hanno un’influenza tale da non poter essere sottovalutata. Infatti hanno lavorato decenni per poter imporre la loro autorità nell’apparato della sicurezza, negli organi giudiziari e nei ministeri arrivando al punto di  impersonificare il sistema libanese, il loro operato si basa sul consenso e si appoggiano a vicenda quando è necessario. 

I cristiani del Libano rappresentano la metà’  della popolazione. Ma nel tempo il loro numero è diminuito in confronto alla crescita demografica di sciiti e sunniti. E l’esodo significativo  di decine di migliaia di cristiani libanesi in cerca di migliori condizioni di vita all’estero ha contribuito ad innalzare il numero degli abitanti di religione musulmana nel paese. L’ex primo ministro Rafic Hariri e il presidente del parlamento Berri godettero dei vantaggi del cambio di potere avvenuto durante il mandato siriano e dell’armonia che regnava tra sciiti e sunniti nella regione. Nominarono anche i loro ministri ( sunniti e sciiti) in molti ministeri cristiani. 

L’arrivo al potere di Aoun e di suo genero e la loro alleanza con Hezbollah nel 2008 garantivano protezione ai cristiani nel gabinetto di governo, questi potevano così recuperare il potere perduto. Malgrado la mancanza di statistiche,i cristiani oggi rappresentano meno del 30% della popolazione. Ma hanno tratto vantaggio dall’enorme, feroce ostilità esistente tra gli sciiti e i sunniti, un’ostilità esplosa nel 2003 quando, con la loro occupazione dell’Iraq, gli Stati Uniti deposero il “solido” leader Saddam Hussein e misero al potere gli sciiti. La guerra tra le due sette musulmane ha trovato terreno fertile in Iraq, Siria e Libano.

Durante le ultime elezioni presidenziali in Libano, Hezbollah, che rappresenta circa un terzo della società libanese ed è presente in parlamento, nel governo e in decine di municipalità, decideva di appoggiare la candidatura del generale Aoun alla presidenza. E gli Stati Uniti con l’allora presidente Trump e il segretario di stato Mike Pompeo si votavano completamente alla causa di Israele facendo di tutto per preservare la sua supremazia e per colpire i suoi nemici. In cima alla lista di questi nemici compare l’Iran con i suoi alleati, soprattutto l’Hezbollah libanese. 

Gli americani diedero il via ad una campagna per cercare di far apparire il presidente Aoun e Bassil i principali responsabili del collasso economico del Libano. Furono demonizzati affinché nessun altro leader in futuro potesse mai concepire l’idea di allearsi con Hezbollah. L’alleanza tra Hezbollah e i due  leader cristiani che rappresentano Tayyar Al Watany Al Hurr (il Movimento Patriottico Libero) proteggeva i cristiani dagli attacchi di al-Qaeda e dell’ISIS e, seguendo la costituzione restituiva loro il maltolto ma contemporaneamente offriva anche una buona copertura a Hezbollah. Era una situazione favorevole a entrambi in cui Hezbollah si presentava come gruppo di resistenza non settario, anche se per i suoi nemici ovvero gli Stati Uniti e i loro alleati, non cambiava proprio nulla. Ma le salutari differenze politiche tra Hezbollah e i due influenti leader cristiani non vanno ignorate. Sta di fatto però che l’alleanza strategica continua a mantenersi solida. L’America appoggiava i suoi alleati libanesi e tutti coloro che covavano  odio verso il presidente Aoun e Bassil. I leader cristiani dello schieramento avverso ai due ignoravano lo scopo che stava dietro l’obbiettivo degli Stati Uniti anche se ne conoscevano il motivo. Leader cristiani meno popolari come Suleiman Frangiyeh aspirano a diventare presidenti e sono pronti ad allearsi con Hariri contro Aoun e Bassil. Uno invece come Samir Geagea è convinto di poter sconfiggere i due alle prossime elezioni grazie all’influenza degli Stati Uniti e al denaro e  all’autorità che l’ Arabia Saudita  ha su Hariri e sul leader druso Walid Jumblatt, due fattori che gli 

Sorry! This product is not available for purchase at this time.

Subscribe to get access

Read more of this content when you subscribe today.

Advertisements
Advertisements
Advertisements