La pace in Medio Oriente è diventata la richiesta dell’Occidente che ha ereditato la guerra

Scritto da – Elijah J. Magnier:

La sete di energia e la protezione delle sue fonti si sono riflesse positivamente sui Paesi del Medio Oriente, mentre i governi occidentali si adoperano per garantire la stabilità dei Paesi produttori di petrolio e gas.  Le sanzioni statunitensi ed europee imposte alla Russia hanno avuto un impatto negativo sui Paesi occidentali, che si sono auto-sanzionati per primi, e sul mondo intero, innescando un’inflazione senza precedenti in tutto il mondo. La guerra tra Russia e Stati Uniti per il territorio ucraino pesa indubbiamente sull’economia mondiale. Poiché gli Stati Uniti e l’Europa chiedono continuamente petrolio e gas da diverse fonti, bussando alle porte di diverse nazioni, il Medio Oriente, che è la fonte di gran parte dell’energia mondiale, può ora godere di una stabilità inaspettata e rara. Dopo decenni di guerre, invasioni e conflitti in Medio Oriente, è ora che i responsabili della miseria e dell’uccisione della popolazione di quella parte del mondo si preoccupino del futuro di questa popolazione e della sua sicurezza.

Gli Hezbollah libanesi hanno minacciato di colpire Israele e hanno preso per la prima volta l’iniziativa affermando che non esiteranno a dichiarare guerra se Israele procederà all’estrazione di gas dai giacimenti di Karish e Tamar. Fonti ben informate affermano che il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha valutato la situazione per trarre una conclusione, la più importante delle quali è che Israele non vuole la guerra e non lo attaccherà al momento. Inoltre, Hezbollah ritiene che l’Occidente e gli Stati Uniti non saranno al fianco di Israele, che è ora immerso nella calamità della ricerca di energia e non vuole certo un’altra guerra, soprattutto in Medio Oriente, oltre a quella in corso in Ucraina. Il Medio Oriente rappresenta una fonte energetica globale primaria ed essenziale. L’Occidente, quindi, non è attualmente nella posizione di vedere questa linea di approvvigionamento disturbata da una guerra o da qualsiasi altra scaramuccia.

Si prevede che Israele smetterà di estrarre gas e che le compagnie internazionali si ritireranno da questi giacimenti di gas e petrolio per paura di un confronto militare, soprattutto dopo che Hezbollah ha inviato diversi droni come avvertimento per colpire le aree e le piattaforme di esplorazione straniere. Come se non bastasse, la Marina israeliana ha raccomandato di addestrare i lavoratori stranieri che operano sulle piattaforme di estrazione del gas ad evacuare il sito in caso di guerra. Tale suggerimento della Marina israeliana ha scatenato il panico tra i lavoratori stranieri della piattaforma di trivellazione. Le compagnie petrolifere hanno richiesto una riunione urgente in Francia, durante la quale Israele è stato informato che i lavoratori non sarebbero rimasti in un ambiente turbolento e che l’estrazione di energia richiede sicurezza e stabilità. Lo stato di allerta tra Hezbollah e Israele spingerebbe tutte le compagnie a ritirarsi dall’area marittima contesa fino al raggiungimento di un accordo ufficiale.

In questo caso, la leadership francese è intervenuta per chiedere a Israele di assecondare i desideri del Libano e di delimitare i confini marittimi. Il Libano ha alzato ulteriormente il tetto dei negoziati per chiedere garanzie che le compagnie straniere avrebbero iniziato a lavorare nelle aree marine libanesi dopo la firma e la demarcazione dei confini, a condizione che non ci fossero ritardi nell’avvio dell’esplorazione delle fonti energetiche in Libano. 

Le richieste libanesi hanno spinto la Francia a intervenire direttamente perché ritiene che l’energia del Medio Oriente finirà per confluire in Europa, che sta cercando alternative alle fonti energetiche russe che intende abbandonare il prossimo anno. Anche l’ambasciatore egiziano in Libano ha avuto un ruolo nel disinnescare la tensione Hezbollah-Israele, considerando che il Cairo svolge un ruolo centrale nella raccolta di energia in Medio Oriente da diverse fonti da inviare in Europa.

Israele non si è mai trovato in una posizione di simile debolezza, cedendo alle minacce di Hezbollah senza spingere il mondo dietro di sé a colpire l’organizzazione. Tuttavia, la situazione attuale richiede calma perché i Paesi produttori di energia devono rimanere stabili per i prossimi anni fino a quando i prezzi dell’energia si stabilizzeranno e i mercati turbolenti si calmeranno, in particolare quando non si conoscerà l’esito della guerra in Ucraina.

Inoltre, in Libia, le autorità locali hanno annunciato l’intenzione di aumentare la produzione di petrolio fino a raggiungere un milione e duecentomila barili al giorno per soddisfare le esigenze dei mercati globali. Anche l’Iraq ha annunciato di poter aumentare la propria produzione di circa 200 mila barili al giorno dai giacimenti “Qurna-1” (che contengono riserve di 20 milioni di barili di petrolio) se richiesto.

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