Israele spinge il Libano tra le braccia di Hezbollah.

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Di Elijah J. Magnier: @ejmalrai

Tradotto da: Alice Censi

Il ministro della difesa israeliano Avigdor Lieberman ha spinto il governo libanese nelle braccia di Hezbollah minacciando le risorse di gas e petrolio libanese nel suo discorso all’ undicesima conferenza annuale del “think tank” INSS (Istituto per gli Studi di Sicurezza Nazionale) a Tel Aviv. La richiesta di Lieberman al consorzio internazionale di società energetiche di non partecipare alla gara d’appalto nella ricerca di gas e petrolio in mare, nel Blocco 9, non ha dato altra possibilità al governo libanese se non sostenere le superiori capacità missilistiche di Hezbollah per controbilanciare questa minaccia israeliana, considerata, a Beirut, molto seria.

Cosa può fare Hezbollah?

Israele è in disaccordo su un’area triangolare di 300 miglia quadrate nel Mediterraneo che si estende lungo il margine dei tre Blocchi (8,9,10) e in particolare (soprattutto) i Blocchi 8 e 9, considerati i più ricchi di tutti, che sono al confine tra le acque territoriali libanesi ed israeliane. In dicembre, il governo libanese ha approvato il permesso ad un consorzio che include la Total francese, l’ENI italiana e la russa Novatek di iniziare le esplorazioni, al largo, di petrolio e gas per due dei 5 Blocchi, incluso il Blocco 9. I Blocchi 8 e 9 sono adiacenti a entrambi i  giacimenti israeliani  Tamar e Leviathan e ciò crea malessere tra le autorità israeliane  che vorrebbero appropriarsi dell’intero giacimento .

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Sebbene sia previsto che il consorzio internazionale inizi le trivellazioni esplorative nel 2019, il Libano ha difeso i suoi diritti sulle sue acque territoriali per molti anni, senza una posizione chiara da parte delle Nazioni Unite, invitate a prendere una posizione ufficiale che definisca i limiti marittimi al confine tra Israele e Libano. Parlando ufficialmente, il Libano si sente fragile di fronte alla minaccia israeliana, causa l’inferiorità dell’esercito libanese nei confronti di quello israeliano armato in modo decisamente superiore, ed è così che i governanti israeliani continuano a spingere il governo libanese verso l’unico “attore non statale” in grado di difendere o come minimo di creare un equilibrio con Israele relativo al terrore: gli Hezbollah libanesi. Le stesse autorità israeliane continuano a promuovere paura tra la popolazione israeliana parlando delle capacità militari di Hezbollah. I mezzi di comunicazione e le autorità militari stimano che il numero dei missili a corta, media e lunga portata di Hezbollah sia tra 100.000 e 150.000 con un contingente di 50.000 combattenti, inoltre la capacità dei missili di Hezbollah sta diventando molto più accurata, in grado di colpire obbiettivi con una precisione tra 1 e 5 metri.

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L’Iran sta ovviamente fornendo i suoi partners Hezbollah, in Libano, di missili a combustibile solido di ultima generazione e la Siria non sta negando i suoi accurati, distruttivi missili anti-nave Yakhont a Hezbollah, che ha sostenuto attivamente il governo di Damasco durante i lunghi anni della guerra in Siria. In più, l’anno scorso, l’Iran ha testato i suoi missili da crociera “Sumar”, insinuando che Hezbollah potrebbe rivelare molte sorprese in una futura guerra con Israele, senza necessariamente provocarla. Ovviamente Hezbollah non ha bisogno di missili con una portata superiore ai 350-400 km, pertanto non si può escludere che l’Iran stia producendo missili con testate più distruttive e con maggiori esplosivi (con portata ridotta) che siano adeguati ai bisogni di Hezbollah in caso di guerra con Israele.

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Queste allarmanti potenzialità militari di Hezbollah e la sua eccezionale esperienza in combattimento ottenuta in Siria durante anni in cui ha praticato varie tattiche di attacco (piuttosto che di difesa) in combattimento urbano, nel deserto e in campo aperto, fanno di Hezbollah una forza regionale da prendere seriamente. È ovvio che, se gli USA e l’Europa si trattengono dal fornire all’esercito libanese i mezzi necessari dello stesso livello o migliori di quelli di Hezbollah, il governo libanese sarà avvantaggiato dal fatto che questa formidabile forza sia al suo fianco e sia usata per fermare l’espansione marittima israeliana nelle acque libanesi.

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Quello che Lieberman, e molte altre autorità politiche e militari israeliane stanno in realtà facendo, è spingere il governo libanese nelle braccia di Hezbollah, alla ricerca della sua protezione, in tal modo aumentando, invece di diminuire il suo potere e la sua influenza nel Medio Oriente. Hezbollah, grazie alla continua guerra verbale di Israele, rappresenta sicurezza e conforto per la popolazione libanese ( e non solo per gli sciiti), l’unica boa di salvataggio che resiste in difesa delle sue acque del Blocco 9. In aggiunta, Lieberman sta solo mettendo ulteriore paura tra la popolazione israeliana continuando ad aumentare la consapevolezza della minaccia rappresentata da Hezbollah. Hezbollah ha già risposto in più occasioni portando allo scoperto la possibilità di colpire i depositi di ammoniaca di Haifa e i reattori nucleari di Dimona, il che potrebbe uccidere migliaia di israeliani.

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Alcune domande restano senza risposta: possono le batterie anti-missile Iron Dome, Arrow e David Sling dispiegate in tutto Israele far fronte a migliaia di missili e decine di M-600, “Sumar” e “Yakhont” sparati quasi simultaneamente contro obbiettivi militari e civili? Può Israele permettersi di chiudere i suoi porti anche se gli USA corressero in aiuto per bombardare Hezbollah e il Libano? Il fronte interno, è pronto per affrontare un’altra guerra mentre in questo momento l’attenzione è sulla ricostruzione dell’economia?

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Quando Lieberman sostiene che “nella prossima guerra i libanesi saranno nei rifugi come gli israeliani a Tel Aviv”, lui non capisce che non esistono rifugi in Libano: ciò rende necessario, per il governo e la popolazione libanese, radunarsi attorno al loro unico difensore: Hezbollah, unico gruppo con abbastanza mezzi in grado di rispondere a qualunque attacco israeliano, e attrezzato per colpire dovunque in Israele.

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Ciò che Lieberman è riuscito a fare, è mettere più paura nei cuori degli israeliani e dare ad Hezbollah un’altra opportunità di provare che c’è bisogno della sua esistenza e continuità. Lieberman sta allineando il governo libanese ad un attore non-stato a cui chiedere protezione e sta dimostrando l’incapacità di Israele ad affrontare la perdurante minaccia sul suo confine. E’ una manifestazione di debolezza piuttosto che di forza soprattutto perché a Lieberman non era stato chiesto nulla del Blocco 9 durante le sue dichiarazioni all’ INSS: lui ha dato volontariamente questa informazione, provocando una tempesta che certamente traboccherà dalla tazza. Israele è già perdente e Hezbollah potrebbe essere il vincitore.

Hezbollah può fiduciosamente fare affidamento sulle minacce in arrivo da altre autorità israeliane che spingeranno il governo libanese a capire quanto è importante tutelare la presenza e la continuità di Hezbollah.