Siria : la Russia sta dando una lezione a Israele, “il bambino cattivo”, e l’Iran sta a guardare

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Di Elijah J. Magnier: @ejmalrai

Tradotto da: Alice Censi 

Nonostante ci siano stati sette incontri tra il presidente Vladimir Putin e il primo ministro  Benjamin Netanyahu e molti altri tra rappresentanti russi e israeliani, Tel Aviv non ha ancora capito che non può fare il bello e il cattivo tempo in Siria senza essere punita. La Russia ha deciso di dare una lezione al “bambino cattivo”, Israele, rinnovando le strutture difensive della Siria e dotandola di sistemi di difesa anti-aerea .

La mancanza di comprensione, inoltre, da parte di Israele dello spostamento di equilibrio nel medio oriente e della fine del dominio unipolare nel mondo, lo sta portando ad un altro confronto diretto con l’Iran, sempre dovuto al conflitto siriano. L’Iran dichiara di essere preparato a rispondere alla violazione israeliana di ogni “semaforo rosso”. La Russia sta cercando di contenere l’alta tensione tra i due nemici giurati, ma allo stesso tempo è contenta nel vedere Netanyahu umiliato.

Il primo ministro israeliano sembra che non si sia accorto che le regole del gioco nel Levante sono cambiate e che Mosca ne ha assunto la guida al punto di svuotare di contenuto i colloqui di Ginevra  minimizzando sempre più il ruolo della comunità internazionale nei colloqui di pace in Siria. E’ venuta l’ora per Israele di rivedere la sua politica e riconoscere la sua importanza relativa in un gioco più grande.

L’orso russo, per decenni, è rimasto ibernato accumulando  la forza militare ed economica necessaria, ma felice –anche per mancanza di alternative- di lasciare agli USA il “ governo del mondo”. Questa è una delle ragioni per cui Mosca ha permesso che la Libia cadesse nelle mani della comunità internazionale, un passo che l’ha portata – sembra intenzionalmente – da stato ricco di petrolio a stato fallito.

Quando la Russia ha deciso di intervenire in Siria, il mondo –sostenuto dai MSM (principali mezzi di informazione)-  prendeva in giro le capacità russe di fermare il cambio di regime in Siria (rovesciando  il presidente Bashar al-Assad come Muammar Gheddafi) guidato dall’Europa, i ricchi paesi del Golfo, la Turchia e gli Stati Uniti, ma la Russia ce l’ha fatta, con le truppe alleate in campo  ( che sono parte dell’”asse della resistenza”), a fermare questo processo.

Uno degli accordi che la Russia aveva fatto con Israele era quello di astenersi dall’attaccare le truppe in campo ( iraniani, Hezbollah o iracheni) che combattevano contro i jihadisti salafisti, wahabisti takferee. Allo stesso tempo, Mosca garantiva a Tel Aviv che non avrebbe fatto nulla per prevenire gli attacchi contro i camion militari di Hezbollah ( mai “ convogli” come dichiara Israele)diretti verso il Libano. Il trattato Mosca-Tel Aviv prevedeva che Israele informasse il centro di coordinamento militare russo di ogni missione aerea israeliana in Siria.

Israele accettava con riluttanza di attenersi alle regole della superpotenza russa. Ciò nonostante la sua aviazione e la sua artiglieria cominciarono ad attaccare le posizioni dell’esercito siriano – sotto gli occhi scontenti della Russia- per appoggiare l’avanzata dei jihadisti e permettere loro di avere la meglio nel sud della Siria. Per Israele, la presenza dello “ Stato Islamico” e di al-Qaeda è preferibile a quella dell’esercito siriano e dei suoi alleati al confine con le alture del Golan che lui occupa. Israele sa che la Siria punterà le sue armi contro di lui e i suoi gruppi locali ben organizzati per riprendersi con la forza il Golan occupato prima o poi, come è successo in Libano negli anni 2000. Il tentativo di Israele di creare una zona cuscinetto jihadista ha pertanto trovato resistenza ed è fallito. L’esercito siriano sta riconquistando una gran parte del paese, acquisendo maggiore forza e vincendo ogni battaglia in cui è impegnato nell’ultimo anno.

Per ridurre l’esagerato comportamento di Israele “senza bisogno di sfidare la sorte”- come mi è stato detto da un ufficiale russo di alto rango a Damasco- Mosca si assicurava che Tel Aviv capisse che lei avrebbe avvisato il comando siriano riguardo le intenzioni israeliane di violare il suo spazio aereo . I continui attacchi israeliani contro l’esercito siriano disturbavano il piano russo  di porre fine alla guerra e sconfiggere tutti i jihadisti. Israele si univa agli USA e ad alcuni paesi europei nel tentativo di impedire  alla Russia di creare la pace in medio oriente.

Da allora Israele ha iniziato a sorvolare il Libano, cercando di fare il furbo –mi ha detto l’ufficiale russo- anche se è ben risaputo ai militari sia israeliani che russi che ogni singolo aereo che parte da ogni aeroporto militare appare sui radar russi nel mare Mediterraneo. Israele ha iniziato a colpire obbiettivi iraniani e a danneggiare gli agenti russi operativi su tutto il territorio siriano.

La Russia ha ammonito Israele più volte e avvertito Tel Aviv che la situazione avrebbe potuto andare fuori controllo se queste inutili violazioni fossero continuate. Israele infatti non stava modificando il corso degli eventi militari in Siria, ma disturbava tutti come “una mosca innervosisce un elefante”.

La Russia ha aiutato l’unità di difesa antiaerea siriana a sistemare le batterie anti-missili che coprissero tutto il territorio :  sono stati attivati missili a scopo difensivo per fronteggiare aerei provenienti dal Libano, dal Golan e da al-Badiya (la steppa siriana). Altre batterie sono state posizionate attorno a Damasco e chiare istruzioni sono state date ai comandanti dell’unità : fuoco a volontà alla prima violazione dello spazio aereo siriano.

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Israele si è reso conto di quello che veniva installato e ha ricevuto informazioni riguardanti le nuove  istruzioni  che erano state date. La Russia vuole bloccare l’escalation e l’Iran evitare una guerra diretta con Israele non essendo una sua priorità dirigersi verso il sud della Siria. Ma Tel Aviv, viziata da decenni di coccole americane e da un appoggio incondizionato, ambiva a comportarsi come il “bambino cattivo” con un’altra superpotenza, violando lo spazio aereo libanese e facendo fuoco da lontano contro gli obbiettivi in Siria. La Russia e l’Iran a questo punto hanno perso completamente la pazienza.

Gli israeliani sono stati rimproverati dalla Russia : i comandanti hanno visto che non c’era nessun vantaggio o beneficio in quello che i loro aerei stavano facendo in Siria tranne trascinarli verso una risposta iraniana e fomentare ulteriormente la guerra in Siria proprio quando la Russia l’aveva portata vicino alla fine.

La Russia e l’Iran sono d’accordo sulle principali strategie in Siria ma in disaccordo su più di un dettaglio. La Russia non vuole turbare Israele su questioni riguardanti i confini perché non è la sua priorità, mentre per l’Iran e Damasco è importante riprendere il controllo del Golan e restringere Israele nella sua dimensione originaria.

Così è successo che l’Iran ( il corpo delle guardie rivoluzionarie iraniane, IRGC, mantiene una struttura militare per la lotta ai jihadisti nella Siria centrale) ha mandato dall’aeroporto militare siriano –conosciuto come T4- un drone armato verso Israele, non per scatenare un’ampia rappresaglia, in teoria. Israele manda costantemente droni sulla Siria e i suoi aerei violano lo spazio aereo siriano regolarmente. Le forze iraniane operano con l’esercito siriano sotto la copertura ufficiale del governo.  Ma l’Iran aveva capito che Israele non avrebbe resistito alla tentazione e avrebbe immediatamente mandato i suoi aerei a distruggere il drone.

L’Iran ritirava  il suo drone nel T4 da dove era partito : la trappola era pronta. Molti sistemi di difesa antiaerea erano in attesa degli F-16 per abbatterli. La sorpresa fu enorme : i piloti israeliani non si aspettavano così tanti missili lanciati da distanza ravvicinata contro i loro “ uccelli”. Il risultato, secondo fonti russe, è stato devastante per Israele : due aerei sono stati abbattuti. Israele ha riconosciuto l’abbattimento di uno ma non del secondo –secondo la mia fonte- e un terzo è stato danneggiato riuscendo però ad atterrare.

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La trappola aveva creato uno “shock al cervello israeliano” : gli Israeliani erano furenti per essere stati imbrogliati così facilmente dall’Iran e, come un toro spagnolo nell’arena, erano caduti nell’imboscata a testa bassa. L’orgoglio di Israele era stato colpito e cercava una vendetta.

Tipico dei comandanti militari israeliani,il capo di stato maggiore se ne uscì dicendo che il suo esercito “ non è più interessato a volare sulla Siria”. I membri dell’”asse della resistenza”hanno ormai grande familiarità con il linguaggio israeliano. In molti punti chiave si chiese di tenere il minimo del personale e tutti i camion che trasportavano armi verso il Libano furono bloccati.

Nessuno si aspettava un attacco al T4  perchè avrebbe portato Israele sul campo di battaglia contro l’Iran. Hezbollah, nella sua lunga lotta contro Israele, si era sempre assicurato che ogni attacco non portasse Israele fuori controllo al punto di fare cose inaspettate e  rispondere in modo esagerato.

Questo è il motivo per cui sono stati lanciati continui avvertimenti dal suo segretario generale Sayyed Hassan Nasrallah prima di ogni seria azione. Tutti gli attacchi contro i camion di Hezbollah, inoltre, sono stati “ morbidi” : Israele fa fuoco contro il camion abbastanza per mandar un chiaro messaggio che, in meno di un minuto, distruggerà il bersaglio. I guidatori e la scorta abbandonano il veicolo prima del vero colpo. Tutto ciò è d’abitudine per entrambi e tiene la situazione “in qualche modo” sotto controllo. Hezbollah non risponde se l’attacco non è in territorio libanese. Ogni volta che viene violata la regola di ingaggio c’è un prezzo da pagare. Israele accetta conseguenze limitate come è successo in più occasioni.

Possiamo pertanto dire che l’Iran ha iniziato per primo attirando i jets israeliani in un’imboscata e uscendo dal “solito scenario concordato”. Israele non si è diretto verso un importante comando iraniano e i suoi quartieri generali  annessi all’aeroporto di Damasco, ma si è diretto contro il luogo da cui l’attacco si era originato. Era troppo difficile per l’orgoglio di Netanyahu ingoiare la rete dell’ 1-0 dell’Iran, avrebbe voluto almeno raggiungere il pareggio.

Potremmo anche dire che Israele non aveva ascoltato i numerosi avvertimenti russi, mettendo a disagio e tormentando in continuazione tutte le forze che combattono i jihadisti in Siria.  La Russia aveva detto a Israele che nessuno era interessato alle sue  continue vessazioni pertanto questo comportamento irragionevole doveva finire.

Possiamo sicuramente dire che Israele pretende di essere superiore in medio oriente sentendosi libero di violare qualunque spazio aereo con poco rispetto della legge internazionale e delle frontiere, che è in cerca costante di uno scontro, specialmente quando dichiara l’opposto.

Qualunque sia la teoria che sta dietro a ciò, Israele sa che i l suo parco giochi si sta rimpicciolendo. La Russia è decisa ad aumentare le potenzialità siriane dei sistemi  di difesa anti-aerea  (la Siria ha ricevuto recentemente 40 Pantsir-S2, sistemi di difesa anti aerea a corto raggio)nonostante Israele abbia strillato e urlato a Mosca di evitare questo passo. Israele ha motivo di essere preoccupato al riguardo : ogni sistema aereo di difesa in Siria significa un aumento delle capacità dell’”asse della resistenza”. Se gli avanzati S-300 russi(protetti dai Pantsir S2 per evitare di essere distrutti da qualsiasi missile israeliano o americano  a lungo raggio o aereo) verranno consegnati al governo siriano significa che Israele non potrà più violare impunemente lo spazio aereo dei suoi vicini.

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Se l’ aviazione militare israeliana avrà possibilità più ristrette di movimento, finirà la superiorità israeliana nel medio oriente. Nel 2006, Hezbollah si è dimostrato capace di danneggiare Israele riuscendo a fermare le ostilità dopo solo un mese di battaglia. Dodici anni dopo i missili nei depositi di Hezbollah sono molto più grandi, più accurati e molto, molto più numerosi. Con un’aviazione limitata e un nemico in possesso di grande potenza di armi, l’opzione di andare in guerra per Israele potrebbe non essere più possibile. Una situazione ideale, forse non nella testa degli Israeliani e nei loro obbiettivi a lungo termine.

L’Iran potrebbe contrattaccare? L’Iran è uno stato sovrano e non reagisce a seconda degli umori dei “social media”. Un attacco di un paese contro un altro ha le sue dinamiche. L’Iran ha molti amici e alleati in medio oriente e al di fuori della regione. Si crede quindi diffusamente che una ritorsione non sia imminente e se dovesse avvenire, sarebbe di bassissimo profilo, un “ atto negabile”, abbastanza perché Israele sappia chi c’è dietro. Quando Israele colpisce, la sua responsabilità trapela dai media americani. Quando colpisce l’Iran i media americani speculano ma l’Iran non rilascia informazioni, al contrario,nega. I due diversi stili  nell’uso dei media la dicono lunga.

Nikolai Patrushev, il segretario del consiglio di sicurezza russo, ha incontrato separatamente a Sochi i suoi omologhi iraniano e israeliano Ali Shamkhani e Eytan Ben David per raffreddare le tensioni tra Teheran e Tel Aviv dovute all’ultimo attacco israeliano all’installazione militare iraniana del  T4.

La Russia ha mediato con Damasco per evitare che sparasse missili sulle zone civili israeliane ogni volta che un aereo israeliano violava lo spazio aereo siriano. La Siria ha imparato molto da sette anni di guerra ed è diventata più dura e più esperta in guerra. E’ quindi ora che Israele riconsideri la sua strategia bellicosa. La continua minaccia israeliana lanciata attraverso i media significa una sola cosa : “ non vogliamo andare in guerra  perché non siamo pronti, ma non vogliamo perdere la faccia. Possiamo gridare  fortissimo  e fare qualche operazione tramite il Mossad oltreoceano , ma tutto ciò che vogliamo è che il mondo continui a dire come siamo forti”.

E’ ora che Israele sia più onesto con se stesso e smetta di fare il passo più lungo della gamba : sono cambiate le regole del gioco e non è più possibile controllarlo, il medio oriente non è più lo stesso e l’arbitro è passato dall’altra parte!

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