L’UNIFIL è al servizio di Israele così la deterrenza di Hezbollah continuerà

Di Elijah J. Magnier: @ejmalrai

Tradotto da C.A. 

Ogni anno, prima del rinnovo della missione UNIFIL (Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite), si sentono voci che arrivano da Israele e dall’amministrazione americana che chiedono di estendere il mandato e i compiti di questa forza multinazionale di pace allo scopo di tutelare gli interessi di Israele. E Washington dà man forte a Tel Aviv nel suo tentativo di ottenere con altri mezzi quello che non è in grado di realizzare attraverso uno scontro militare. L’intento è sempre quello di colpire Hezbollah e arginare le sue capacità sociali e militari. Fino a quando questo fine non sarà raggiunto il mandato dell’UNIFIL verrà rinnovato ogni anno e ciò avverrà sempre, finché Israele non avrà più bisogno di questa “forza per il mantenimento della pace” in Libano. 

Fonti interne all’ “Asse della Resistenza” pensano che “la presenza dell’UNIFIL nel sud del Libano ci sarà fino a quando si rivelerà utile agli interessi e agli obbiettivi di Israele. Ma che questa forza ci sia o no non fa differenza per il Libano e soprattutto per gli abitanti del sud del paese. L’UNIFIL osserva gli sviluppi al confine e riporta ciò che vede senza intervenire e senza  porre fine alle quotidiane violazioni israeliane del territorio libanese che avvengono anche in cielo e in mare. Se i soldati israeliani sconfinano in territorio libanese, le forze dell’UNIFIL intervengono solo se l’esercito libanese si schiera in posizione di combattimento di fronte agli intrusi. Quando invece Israele dichiara guerra al Libano, l’UNIFIL conta i carri che avanzano e il suo comando riceve istruzioni direttamente dall’esercito israeliano su dove può o non può stare. L’esercito israeliano ha anche bombardato le postazioni dell’UNIFIL sotto gli occhi vigili ma impotenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e questo perché gli Stati Uniti  garantiscono a Israele un sostegno che non ha limiti”. 

Nel 1996 Israele bombardava la base dell’UNIFIL a Qana nel sud del Libano uccidendo 106 civili e ferendone 110 tra cui 4 membri dell’UNIFIL. I civili libanesi che si trovavano all’interno, anziani, donne e bambini, pensavano di essere al sicuro e che i caschi blu li avrebbero protetti  dalle bombe israeliane. Ma non avevano capito quanta poca considerazione abbia Israele per le Nazioni Unite e per i civili potendo poi contare sulla protezione degli Stati Uniti nel Consiglio di Sicurezza. Nel 2006 Israele bombardava di nuovo il villaggio stavolta uccidendo 54 civili tra cui 37 bambini. La reazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non fu certo coraggiosa, infatti ci fu solo la richiesta di un cessate il fuoco e una condanna di Israele a livello verbale. Nessun provvedimento fu preso contro quello che chiunque definirebbe un crimine di guerra. 

“Israele vuole che l’UNIFIL tenga d’occhio Hezbollah, controlli i suoi movimenti, i suoi depositi di armi e la presenza dei suoi leader. Nell’UNIFIL ci sono le forze dei paesi che hanno stretti contatti con i servizi d’intelligence israeliani. Non solo, Israele invita anche gli ufficiali di questa forza di pace a passare il fine settimana al di là del confine. La collaborazione dei paesi  mediorientali e occidentali con Israele è un dato di fatto, riconosciuto. E questo è uno dei motivi per cui Israele incoraggia l’UNIFIL a restare” ha detto la fonte. 

Il brigadiere generale Assaf Orion, un riservista israeliano, scriveva che “ l’impressionante crescita militare di Hezbollah è avvenuta a dispetto di due ostacoli: il forte coinvolgimento nei conflitti regionali, soprattutto nella guerra in Siria e la presenza dell’UNIFIL. L’attuale arsenale di Hezbollah si pensa includa 130.000 razzi e missili di varia gittata e testate di diverse dimensioni, droni di attacco, missili anti-nave, missili terra-aria. Questa enorme potenza di fuoco supera quella di moltissime nazioni”. 

Questa è la ragione per cui Israele sta cercando il modo di contrastare e sconfiggere le capacità di Hezbollah e tenta di far sconfinare senza problemi le sue truppe per invadere il Libano e occupare una parte del suo territorio o del suo mare. 

“Hezbollah spende per i suoi membri e per le istituzioni civili che aiutano la popolazione una cifra che è più del doppio di quella annuale dell’UNIFIL. Pertanto non ha senso pensare che quello che l’UNIFIL spende in Libano sia la ragione per cui il paese “accetta” la sua presenza. Per le attività di Hezbollah che l’UNIFIL ci sia o meno non ha importanza. La presenza della forza di pace è legata prima di tutto ai benefici che ne trae Israele e non l’”Asse della Resistenza” con la sua lotta all’occupazione israeliana. Comunque, quando Israele dichiarerà guerra al Libano, la presenza dell’UNIFIL non verrà presa in considerazione. Questa forza non è lì per proteggere il paese. Ma Israele è convinto di poter convincere il governo libanese a cambiare le regole d’ingaggio e a mettere all’angolo Hezbollah viste le difficoltà finanziarie in cui si trova. Ma questo non succederà perché Hezbollah fa parte della società libanese e delle sue istituzioni. E’ presente in parlamento, nel gabinetto di governo e tra le forze di sicurezza. Ogni tentativo di colpire o isolare o anche di eliminare Hezbollah è pertanto destinato a fallire”. 

Israele conosce bene le capacità militari di Hezbollah, soprattutto sa dei suoi missili di precisione e qual’è la potenza distruttiva delle loro testate. Così le possibilità di dare inizio a una guerra saranno sempre zero (anche se i leader dell’organizzazione non escludono mai questa eventualità) almeno fino a quando Hezbollah continuerà a rinnovare il suo arsenale. Per questo Israele deve cercare altre vie per interrompere i rifornimenti di armi sofisticate destinati a Hezbollah. Quando non sono in grado di raggiungere questo obbiettivo, Israele e gli Stati Uniti cercano di convincere altri stati amici a combattere Hezbollah sanzionando la società di cui fa parte e che lo protegge. Parliamo di almeno un terzo del Libano senza contare gli altri gruppi religiosi che lo appoggiano e difendono il paese quando il governo non è in grado di farlo. 

Israele conosce bene le capacità militari di Hezbollah, soprattutto sa dei suoi missili di precisione e qual’è la potenza distruttiva delle loro testate. Così le possibilità di dare inizio a una guerra saranno sempre zero (anche se i leader dell’organizzazione non escludono mai questa eventualità) almeno fino a quando Hezbollah continuerà a rinnovare il suo arsenale. Per questo Israele deve cercare altre vie per interrompere i rifornimenti di armi sofisticate destinati a Hezbollah. Quando non sono in grado di raggiungere questo obbiettivo, Israele e gli Stati Uniti cercano di convincere altri stati amici a combattere Hezbollah sanzionando la società di cui fa parte e che lo protegge. Parliamo di almeno un terzo del Libano senza contare gli altri gruppi religiosi che lo appoggiano e difendono il paese quando il governo non è in grado di farlo. 

Il tentativo recente di modificare il mandato e gli obbiettivi delle forze delle Nazioni Unite in Libano non è una novità. Ci sono stati scontri tra la popolazione del sud del Libano e le forze dell’UNIFIL  quando queste forze hanno cercato, in parecchie occasioni, di controllare le case in tanti villaggi ma sono poi sempre state obbligate ad andarsene. Tutti questi tentativi non sono riusciti a bloccare Hezbollah né a cambiare la natura della presenza dell’UNIFIL. Un altro tentativo di chiudere tutti i valichi di frontiera illegali tra Libano e Siria è stato fatto saltare proprio dagli Stati Uniti. Nel marzo scorso un aereo americano atterrava all’ambasciata degli Stati Uniti a Beirut senza essersi coordinato con le autorità libanesi e portava via dal paese in modo illegale un libanese, Amer al-Fakhoury accusato di essere un collaboratore di Israele. In questo modo gli Stati Uniti dimostravano quanto poco rispettino la sovranità libanese e come, alla luce del giorno, senza nessuna considerazione per chi in quel momento li ospita, possano  decidere di far uscire chi vogliono dal paese. 

Comunque l’irrispettoso trasporto di al-Fakhoury fuori dal Libano non è paragonabile al collegamento che Hezbollah ha creato tra Siria e Libano per far entrare nel paese le armi più moderne. Il governo libanese ha riconosciuto, nel piano ministeriale presentato e approvato dal parlamento, il ruolo di Hezbollah nella difesa del paese. Il Libano, obbligato dalla pressione americana a fare a meno di missili che potrebbero mettere fine alle continue violazioni israeliane della sua sovranità, si affida alle capacità militari di Hezbollah per imporre a Israele quelle regole di ingaggio che gli evitano di essere invaso. 

 Hezbollah ha confermato nel corso del tempo la sua capacità di mandare messaggi forti a Israele ogni volta che quest’ultimo ha cercato di cambiare le regole della deterrenza. Nei mesi scorsi Israele ha accettato l’umiliazione inflittagli da Hezbollah senza reagire alla sua vendetta. E così Tel Aviv cerca altre vie per fare passi avanti, per raggiungere quegli obiettivi che finora non è stata in grado di realizzare. Tutti i tentativi fin qui fatti per assestare colpi a Hezbollah si sono rivelati inefficaci e non ci sono segni che indicano che altri potrebbero andare a buon fine. Per fermare Hezbollah Israele deve rinunciare ai territori che ha occupato e abbandonare la sua politica espansionistica. Ma sfortunatamente questa è una politica che nessun leader in Israele è in grado di immaginare perché fa parte dell’ideologia di questo stato tenersi stretti i territori occupati e vivere sempre come fosse in guerra. Questa inamovibile politica israeliana a sua volta sta alla base della politica di deterrenza di Hezbollah e del suo bisogno di essere onnipresente. 

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