Damasco , di Elijah J. Magnier: @ejmalrai
Tradotto da: Alice Censi
“ La guerra in Siria è finita ma le forze americane e le conseguenze della loro pericolosa presenza rimangono. Il “cambio di regime” non è più possibile, il regime siriano è più solido che mai e oggi nessuna forza può modificare la situazione sul campo . E’ tempo di eliminare al-Qaeda, ciò che resta dello “stato islamico” (ISIS) e avviare una riconciliazione nazionale.”
Su questo i presidenti della Russia, della Turchia e dell’Iran si sono trovati d’accordo nel loro incontro nella capitale turca secondo una fonte autorevole ad Ankara.
I presidenti Vladimir Putin, Recep Tayyib Erdogan e Hassan Rouhani hanno riconosciuto l’importanza di stabilire una sicurezza duratura e l’unità della Siria, per evitare conseguenze negative sull’energia e sugli sviluppi commerciali in Turchia e Siria.
Il trio si è trovato d’accordo nel considerare la dirigenza americana come il pericolo maggiore, intenzionata a creare uno stato per i curdi sui confini turco-siriani che porterebbe alla divisione del Levante. E’ chiaro, per tutti quelli coinvolti,che un grosso pericolo incombe sulla Siria e la Turchia, per cui è d’obbligo lo smantellamento del piano americano. L’unità della Siria deve essere l’obbiettivo dei tre presidenti il cui intento principale è il ritorno dei rifugiati siriani nel loro paese.
“La Turchia ha chiuso un occhio sugli eventi recenti nel Ghouta orientale. Inoltre i tre presidenti si sono trovati in sintonia sul piano russo-turco-iraniano di neutralizzare ogni possibile minaccia contro l’attuale regime siriano e collaborare nelle prossime elezioni presidenziali.”
Ankara ha riconosciuto pienamente la necessità di impedire qualunque intimidazione al presidente Bashar al-Assad e si impegnerà a far finire la guerra per la sua stessa sicurezza. I sette anni di guerra in Siria hanno pressochè incendiato le estremità della Turchia quando i curdi hanno potuto disporre di un esercito forte sostenuto da una superpotenza, gli USA.
Non è una sorpresa che tutti e tre i paesi abbiano interessi diversi sulla Siria e differenti idee su come condurre la guerra nel paese. Nonostante ciò si sono incontrati per prevenire la divisione della Siria, per vanificare i piani americani di creare uno stato curdo e per decidere l’eliminazione totale dell’ISIS e di al-Qaeda, soprattutto nel nord della Siria, nelle zone controllate dalla Turchia.
Tutte le zone che restano, non ancora liberate dall’esercito siriano, sono ormai dei dettagli di un quadro più grande e non possono più condizionare il futuro e la stabilità del paese. I tre presidenti hanno convenuto che Ginevra, ma neppure Astana sono sostituibili, e hanno compreso la necessità che il governo siriano e i gruppi rimasti dell’opposizione riprendano il dialogo. Non c’è quindi nessuna altra opzione se non sostenere il presidente siriano nell’organizzazione delle prossime elezioni e, a questo scopo, mettere fretta ai paesi vicini perché permettano il rientro dei rifugiati siriani da loro accolti.
I tre principali attori e paesi che condividono una significativa influenza sul terreno siriano, hanno deciso di comune accordo di lavorare insieme contro l’unico paese che sta nuotando contro la corrente degli eventi : gli Usa. Washington è diventata il “nemico” , completamente isolata, sta lavorando sul suo programma senza capire che ormai non può più cambiare il corso della guerra in Siria.
L’importante incontro di Ankara e la conclusione della battaglia del Ghouta orientale stanno mettendo fine a tutte le accuse all’esercito siriano di “esistenza di armi chimiche”, di bombardamento dell’”ultimo ospedale” e dell’uccisione dell’”ultimo medico”. Non ci saranno neanche più gli “ assedi che fanno morire di fame centinaia di migliaia di civili” e tutta la manipolazione degli eventi da parte dei mezzi di informazione sul Levante.
La Turchia ha in realtà bisogno di tempo per domare e “ripulire” la Siria settentrionale poichè controlla un miscuglio di militanti tutti con storie di vita diverse, diversi finanziatori e diversi obbiettivi : sono diventati tutti un peso per i loro “sponsors” non essendoci più uno scopo alla loro esistenza.
L’Iran ha una piccolissima unità di Forze Speciali e istruttori in Siria ma ha un gran numero di alleati che lentamente si stanno ritirando, soprattutto da quando l’esercito siriano si è rimesso in sesto : la battaglia del Ghouta è la prova schiacciante che non c’erano altri alleati sul terreno.
Le relazioni economiche e commerciali tra Russia e Turchia hanno avuto un incremento notevole, raggiungendo i 22 miliardi di dollari. Il presidente Erdogan ha detto che il suo scopo è quello di raggiungere i 100 miliardi di dollari senza però stabilire un arco di tempo definito. Ankara ha scelto Mosca e Teheran come principali alleati politici e commerciali e li ha messi davanti alle sue relazioni con Washington.
Nonostante la dirigenza americana sia molto preoccupata per l’incontro di Ankara, il suo presidente sembra essere soltanto interessato a come succhiare denaro all’Arabia Saudita. Sta mettendo in gioco la vita dei soldati americani ricattando la monarchia saudita che ha chiesto alle forze americane di restare nel nord-est della Siria. Adesso Trump mette i soldati americani sulla bilancia, pronto a mantenere le forze d’occupazione americane su una parte della Siria e, a quanto pare, a scambiare la loro vita per un pugno di dollari.
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