Accordo oppure no? Le forze americane vanno via da al-Tanf e in cambio Iran e Hezbollah lasciano il sud della Siria.

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Elijah J. Magnier – @ejmalrai

Tradotto da: Alice Censi

La Russia e Damasco ( con i suoi alleati) si sono accordati su un piano per la liberazione, da parte dell’esercito siriano, di quello che resta nel sud della Siria –Qunietra e Daraa . L’accordo verrà discusso questa settimana tra i membri più autorevoli ( i vice ministri) dei governi russo, americano e giordano, mentre Damasco e Tehran lodano lo sforzo e le abilità russe nelle trattative. Il patto è chiaro : o gli Stati Uniti se ne vanno dal valico di frontiera di al-Tanf o non ci sarà accordo e l’esercito siriano chiederà l’appoggio dei suoi alleati per liberare il sud. La Russia ha passato la palla agli americani e quindi adesso la scelta è nelle mani di Washington : può decidere di entrare in guerra, con Israele, contro le forze di Damasco nel sud o può ritirare le sue truppe d’occupazione dal confine siro-iracheno.

L’esercito siriano sta ammassando un gran numero di uomini per liberare l’ultima sacca a sud della capitale Damasco dove l’ISIS ( con il nome di Jaish Khaled Bin al-Waleed) e altri gruppi jihadisti con i loro alleati occupano la parte meridionale della Siria che confina con Israele e la Giordania. Damasco e Amman aspettano con impazienza che l’esercito siriano riprenda il controllo dei confini e riapra il valico di Naseeb per ristabilire una delle loro più importanti fonti di reddito.

Israele si sta rivolgendo alla Russia – e non agli USA – per chiedere garanzie che sia l’Iran che Hezbollah non allestiscano delle basi sui suoi confini che possano essere usate in futuro  per attaccarlo.

La Russia, la Siria e l’Iran sono d’accordo sul passo successivo da fare per liberare il sud con la soddisfazione di  tutte le parti in causa. La richiesta israeliana di vedere soltanto l’esercito siriano sui suoi confini non sarà “a costo zero”: c’è un prezzo da pagare e il prezzo è il posto di confine di al-Tanf, attualmente occupato dalle forze americane.

Le forze americane occupano anche una parte del nord-est siriano oltre al più importante posto di frontiera a est  per il commercio  tra Iraq e Siria ( al-Tanf, per l’appunto). Non c’è, a dire il vero, per gli USA, nessun beneficio direttamente legato alla presenza delle sue forze militari, tranne l’appoggio a Israele, e il controllo della frontiera serve solo a spingere le  migliaia di militanti addestrati dal Pentagono ad attaccare i territori siriani ( senza nessun vantaggio strategico) e a rallentare l’economia della Siria. Per questo motivo, la Russia e i suoi alleati si aspettano che Tel Aviv faccia pressione su Washington affinchè ritiri le proprie forze da al-Tanf  e permetta a Israele di vivere serenamente sui suoi confini.

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Ci sono comunque molti scenari possibili :

  • Israele accetta e chiede agli USA di liberare la frontiera tra Siria e Iraq. L’esercito siriano quindi prenderà il controllo del sud attaccando i jihadisti e i loro alleati.
  • Israele rifiuta :l’esercito siriano attaccherà i jihadisti insieme ai suoi alleati. Se Israele reagisce bombardando le forze che attaccano, Damasco e i suoi alleati, che hanno già stabilito una nuova ROE ( regola di ingaggio), risponderanno colpendo gli obbiettivi nelle alture occupate del Golan e oltre. Il rischio  di un’estensione della guerra tra Israele e Hezbollah e l’Iran è alto. Il fronte interno israeliano è pronto ad affrontare questa possibilità?
  • Israele e gli USA aumentano le loro richieste e pretendono il ritiro di tutte le forze iraniane dalla Siria : è una richiesta che la Russia non può accettare. L’Iran è presente in Siria da quando il defunto presidente Hafez Assad aveva autorizzato il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane (IRGC) ad appoggiare la resistenza libanese contro l’invasione israeliana nel 1982. La Siria, inoltre, aveva chiesto l’aiuto dell’Iran e dei suoi alleati nel 2013, più di due anni prima che intervenisse la Russia. Tehran e Damasco,entrambe nell’  “Asse della Resistenza”(Siria, Iran e Hezbollah), sono in completo accordo su tutto quello che riguarda la guerra in Siria : come condurla e i risultati politici che devono essere raggiunti . L’armonia tra Tehran e Damasco non equivale a quella tra Mosca e Damasco. La Russia non è quindi nella posizione di poter chiedere al governo siriano il ritiro degli iraniani  in cambio di quello che peraltro l’esercito siriano è in grado di fare con o senza il consenso israeliano.

Pertanto Israele ha uno spazio ristretto di manovra : andare in guerra, con conseguenze imprevedibili, contro l’”Asse della Resistenza”scatenando l’aggressività del presidente Bashar al-Assad che, dall’attuale posizione difensiva passerebbe a quella offensiva, pronto a colpire Israele. In caso contrario Israele potrebbe accettare di abbassare le pretese e accontentarsi dell’assenza dell’Iran e dei suoi alleati dai confini.

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Nella sua ultima intervista Assad ha detto che la sua unica possibilità è quella di “ migliorare le difese aeree, questa è l’unica cosa che possiamo fare e la stiamo facendo”. Per l’”Asse della Resistenza” questo è un atteggiamento puramente difensivo e non necessariamente il modo in cui si dovrebbe affrontare Israele. L’Iran e i suoi alleati vorrebbero avere un atteggiamento più aggressivo nei confronti di Israele  andando all’attacco più di quanto invece desideri oggi il presidente Assad . L’opzione di avere solo l’esercito siriano nelle alture occupate del Golan e sulla linea di demarcazione del 1974, pertanto, andrebbe solo a vantaggio di Israele.

Ci sono delle differenze tra la Russia e i suoi alleati sulla gestione del dossier siriano sebbene non siano sufficienti a guastare le loro relazioni. La Russia vorrebbe andare avanti nella riconciliazione politica il più velocemente possibile, chiedere a Damasco di riscrivere la costituzione e vedere gli Stati Uniti fuori da al-Tanf, così da avere le forze di occupazione (USA e Turchia) concentrate solo nel nord della Siria.

Damasco non chiederebbe – oggi – all’Iran e ai suoi alleati di andarsene a meno che non ci fosse più nessun pericolo. Ha intenzione di ri-vedere (non di ri-scrivere, come vorrebbe Mosca) la costituzione e mira al ritiro di tutte le forze di occupazione straniere dal suo territorio.

A prescindere se Israele “abbia il fegato” o meno di imporre alla Siria di tenere sul proprio terreno solo le forze militari che lui vorrebbe, quello che è certo è che sia la Russia che l’”Asse della Resistenza”vogliono la liberazione del sud e acconsentirebbero a chiedere all’Iran e a Hezbollah di tenersi lontani dai confini. L’”Asse”sembra a suo agio all’idea di lasciare la Siria meridionale, sicura che oggi le forze locali siriane, sono , dopo più di sette anni di guerra, molto ben equipaggiate, hanno esperienza bellica e una forte ideologia che ricalca quella “dell’asse” riguardo all’ astio nei confronti di Israele. Ma adesso la richiesta è “la testa degli Stati Uniti su un piatto d’argento”ad al-Tanf  e non può essere negoziata.

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