Gli Stati Uniti sono inconsapevoli dell’ascesa di un movimento di resistenza in seguito alle loro interferenze nelle elezioni irachene.

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Baghdad ,  di Elijah J. Magnier:  @ejmalrai

Tradotto da: Alice Censi

Proprio nel momento in cui la politica interna americana e’ dominata da storie di interferenze straniere nelle sue elezioni , il governo degli Stati Uniti sembra ignorare che i suoi evidenti sforzi per controllare la politica dell’Iraq potrebbero incoraggiare un autentico movimento di resistenza che potrebbe avere conseguenze tragiche per gli USA.

Una nuova ondata di violente dimostrazioni  si sta verificando nella città petrolifera meridionale di Basra dopo che sei dimostranti sono stati uccisi e più di 65 feriti dalle forze locali. Gli abitanti di Basra stanno chiedendo acqua potabile ,elettricità , lavoro e delle infrastrutture di base che funzionino, tutte cose che mancano a causa della corruzione dilagante e della incompetenza dei responsabili politici e dei leaders. Queste dimostrazioni contribuiscono a mettere a disagio il  governo attuale guidato dal Primo Ministro ad interim Haidar Abadi, l’uomo degli Stati Uniti che ha il potere in Iraq.

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Queste dimostrazioni  non sono estranee al braccio di ferro tra gli Stati Uniti e l’Iran sul nuovo candidato che dovrà governare la Mesopotamia. In effetti, un gruppo di partiti iracheni ha minacciato chiaramente “ gli Stati Uniti, il Regno Unito e i politici iracheni se continuano ad interferire nel processo politico”, nello specifico a interferire nelle elezioni del nuovo governo e dei suoi leaders. E’ l’inizio dell’ascesa di un movimento contro gli americani che questi ultimi sembrano ignorare. Alcuni iracheni non escludono che una rivoluzione stia iniziando a Basra contro gli Stati Uniti e i loro alleati nel governo, simile alla Grande Rivoluzione del 1920 che iniziò a Baghdad contro gli inglesi .

Quando nel 2003 le forze americane dichiararono la loro occupazione dell’Iraq, molti, nel paese, credevano che, concluso l’orrendo periodo dominato da Saddam Hussein, avrebbero iniziato un futuro diverso con la presenza degli americani.  All’ inizio, la maggioranza degli iracheni era a favore del controllo dell’ Iraq da parte degli americani e degli inglesi ma col tempo si è sviluppata una patriottica resistenza all’ occupazione straniera che ha messo in difficoltà coloro che sostenevano la presenza americana e britannica nel paese. Ciò nonostante questa resistenza andò contro la sua stessa gente e divenne una guerra settaria condotta da un sanguinario Abu Musab al-Zarqawi in cui vennero uccisi soprattutto sciiti ma anche sunniti, curdi e altre minoranze. L’ obbiettivo di Zarqawi era una guerra condotta dai sunniti contro gli sciiti, nonostante avesse ricevuto degli avvertimenti a non farla dal suo emiro Usama Bin Laden attraverso il suo vice al comando Ayman al- Zawaheri. Zarqawi ignoro’ gli avvertimenti del suo emiro, riuscendo a provocare una sanguinosa reazione sciita contro i sunniti e a creare una divisione settaria in Iraq nel giro di due anni, superiore a quella promossa da Saddam Hussein nei suoi 23 anni di governo.

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Qualche anno dopo, gli sciiti iniziarono la loro resistenza contro le forze di occupazione , sostenute e finanziate dall’Iran. Condussero molti attacchi contro le forze di occupazione ( il più scioccante fu l’attacco all’alba di Asaeb Ahl Al-Haq a Karbalaa in cui fu ucciso un marine americano e 4 soldati e ufficiali della municipalità  furono presi in ostaggio e successivamente uccisi) ma questo movimento smise di agire dopo il ritiro delle forze americane e britanniche dal paese nel 2011.

Con l’ascesa dell’ISIS e la sua occupazione di Mosul e di un terzo dell’Iraq nel 2014, la resistenza sciita sostenne al-Hashd al-Shaabi, le PMU ( unità di mobilitazione popolare) in risposta all’ appello del Grande Ayatollah Sayyed Ali Sistani. Con l’esercito iracheno riorganizzato e la polizia federale , queste unità  sono riuscite a sconfiggere l’ ISIS, senza abbandonare la  loro primitiva lotta di insurrezione basata sulla guerriglia che esisteva prima del 2014.

Molti di loro si sono uniti alle forze regolari ma molti altri sono tornati nei loro partiti politici mantenendo la loro indipendenza . Questi combattenti oggi hanno un’ altra ragione per imbracciare le armi e combattere una nuova guerra contro le forze americane e quelli che le rappresentano.

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Infatti Asaeb Ahl-Haq, l’organizzazione BADR, Kataeb Hizballah Iraq, Harakat al-Jihad wal Bina, Kataeb Sayyed al-Shuhada, Harakat al- Nujabaa e altri gruppi stanno avvertendo gli USA e il Regno Unito di smettere di interferire negli affari locali.

“C’e’ una nuova, sporca cospirazione che sta venendo alla luce del sole : gli USA, il Regno Unito e politici iracheni stanno lavorando apertamente per creare un governo debole. Questo complotto e’ guidato da Brett McGurk ( l’inviato americano in Iraq ) e Thamer al-Sabhan ( l’ ex ambasciatore saudita in Iraq e attuale ministro ). “ Abbiamo il potere di intervenire al momento giusto per sventare questo complotto poiché oggi siamo più forti che mai. Il nostro scopo e’ quello di proteggere gli interessi del nostro popolo e mantenere il processo politico democratico e libero da ogni interferenza “ si legge nel comunicato .

Questi gruppi chiedono “ al partito Da’wa di finirla con il comportamento irresponsabile di alcuni suoi leaders ( Haidar Abadi)” e chiedono che Sayyed Moqtada al-Sadr “ si opponga a questo sporco  complotto  e alla presenza illegale delle forze straniere (americane) in Iraq.

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A Basra c’e’ il 70% delle riserve di  petrolio iracheno e la città  è governata da locali tribù e attivisti che in molte passate occasioni hanno chiesto al governo di sostenere la provincia e affrontare le cause della crisi. Abadi ha visitato Basra lo scorso luglio facendo molte promesse di stanziare fondi sufficienti a soddisfare le richieste senza però che si siano visti dei risultati .

L’Iran ha smesso di fornire elettricità a Basra dopo che non sono stati pagati 1,5 miliardi di dollari. Nonostante ciò ha ricominciato a rifornire  Basra e altre province del sud in seguito all’ordine emanato direttamente da Sayyed Ali Khamenei.

L’influenza iraniana in Iraq, compresa Basra, non è da ignorare. Più di 150 membri del parlamento hanno votato contro il candidato degli USA Haidar Abadi che non ha avuto l’appoggio di nessuna provincia in Iraq e la sua stessa coalizione si è ridotta ( ha solo  14 membri degli originali 42 dopo che Faleh al-Fayyad e’ uscito dalla coalizione ) ed è inferiore al raggruppamento di Sayyed Ammar al-Hakim (19 membri parlamentari).

Se gli Stati Uniti credono ancora di poter imporre il loro candidato devono affrontare i primi segni di una resistenza preparata a colpire non solo le forze americane ma anche i loro alleati iracheni. Resta questo interrogativo  : gli Stati Uniti sono pronti a fare i conti con una nuova rivolta contro le loro forze in  Iraq?

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