Netanyahu insiste tentando di coinvolgere Israele in un conflitto: qual è la posizione di Mosca?

Di Elijah J. Magnier: @ejmalrai

Tradotto da: Alice Censi

Il presidente russo Vladimir Putin incontrerà il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Mosca per “ verificare la posizione della Russia e dei suoi alleati in Siria e la loro intenzione di affrontare una guerra nel caso Israele bombardasse obbiettivi siriani e iraniani nel Levante”. Netanyahu cerca delle risposte relative a come reagirà la Russia, se parteciperà o no ad eventuali interventi a singhiozzo durante la guerra (Israele preferisce chiamare questi interventi “ battaglia tra le guerre”). Questa tattica, una specialità squisitamente israeliana, potrebbe tradursi in un bombardamento israeliano dei sistemi missilistici di difesa aerea S-300 russi a lungo raggio consegnati all’esercito siriano come argine contro possibili future aggressioni da parte di Israele. 

“L’Iran e la Siria hanno informato il loro alleato russo che qualunque attacco militare israeliano che minacci la loro sicurezza nazionale troverà risposta immediata e anche superiore al previsto” ha riferito una fonte di informazioni che ricopre un’alta carica tra chi prende le decisioni in Siria. 

L’ultima violazione della sovranità siriana è stata una provocazione dell’artiglieria israeliana contro un bersaglio facile e dismesso a Quneitra. E’ stata considerata una mossa infantile di Netanyahu che viene reputato dai suoi alleati, sempre secondo la fonte, un dilettante a livello militare,  attendibile solo a livello politico. 

Secondo la fonte, interna alla leadership siriana, “ Israele vorrebbe ritardare il ritiro americano dalla Siria dando il via ad una battaglia ma non ad una vera e propria guerra. Attaccare obbiettivi militari siriani e iraniani dopo un chiaro avvertimento da parte dei due paesi, potrebbe aumentare le opportunità di una rielezione del primo ministro nelle votazioni che si terranno a breve  solo nel caso in cui noi non rispondessimo. Se il trio Siria-Iran-Hezbollah decide di rispondere dando inizio ad una guerra contro gli attacchi israeliani, e questo è quello che è stato deciso da tutti, Netanyahu molto probabilmente vedrà diminuire sensibilmente le sue aspettative di essere rieletto”. 

“Nel caso non dovesse reagire, il primo ministro israeliano apparirà debole e, se invece lo farà, andrà incontro ad una battaglia devastante su più fronti. All’inizio la Siria risponderà, ma se verranno colpite le forze iraniane e di Hezbollah che combattono insieme all’esercito siriano, allora la battaglia si allargherà e tutto dipenderà da Netanyahu, da quanto lui sia disposto a rischiare. In quest’ultimo scenario, con i missili di precisione che iniziano a cadere nel cuore di Israele, è assai probabile che le sue possibilità di essere rieletto siano pochissime. Gli israeliani oggi non ritengono necessario correre il rischio di una guerra. Se avvenisse, tutto il sostegno che Netanyahu ha  ottenuto al vertice di Varsavia verrebbe buttato al vento” ha detto la fonte. 

Israele ha le capacità militari di neutralizzare e colpire il sistema missilistico di difesa aerea russo S-300 . L’alleanza siro-iraniana non si basa su questo sistema come componente chiave in uno scontro con Israele. Sebbene Hezbollah non avesse i sistemi di difesa aerea S-300 e neppure gli S-200 nella guerra iniziata da Israele nel 2006, riusciva comunque a raggiungere un equilibrio di potere contro l’ “onnipotente” aeronautica di Israele e la sua macchina militare.

Oggi la Siria possiede missili di precisione e una nutrita lista di obbiettivi israeliani da colpire se mai l’ asse della Resistenza decidesse di rispondere, anche senza l’approvazione della Russia. Ecco perché è importante tenere a mente che la Russia e i suoi alleati non necessariamente condividono le stesse posizioni e/o le stesse reazioni. Mosca ha buone relazioni con Israele, vuole mantenerle tali e non ha intenzione di far parte del conflitto permanente tra Israele e Siria-Iran-Hezbollah. Gli ultimi tre, inoltre, non sono preoccupati per le buone relazioni che intercorrono tra la Russia e Israele. Le forze di Mosca in Siria, così, secondo la fonte, potranno tenere il conto dei missili che passeranno sulle loro teste in entrambe le direzioni se Israele vorrà la guerra. 

Se la Russia resterà fuori dal conflitto temendo di essere coinvolta in una guerra a cui parteciperà l’America in favore di Israele, l’asse della Resistenza non avrà obiezioni. “ Le forze americane sono già in stato di guerra permanente contro l’asse da molti anni”. 

“ Washington è sempre stata presente in tutte le guerre israeliane ai paesi arabi dagli anni ’60 del secolo scorso all’ultima guerra contro Hezbollah del 2006. La presenza delle sue forze in Israele è nota da molto tempo e le truppe americane hanno anche partecipato sul campo alla guerra in Siria, pertanto l’asse non teme affatto la complicità americana. Riguardo alla domanda : qual è la posizione della Russia? E’ sicuramente un problema della Russia in cui non vogliamo intrometterci, così come la Russia non intende interferire nel conflitto tra noi e Israele” ha detto la fonte. 

Non si prevedono novità in arrivo dopo questa visita di Netanyahu a Mosca. E’ quasi certamente un’operazione mediatica utile alla sua campagna elettorale dato che ultimamente il primo ministro dedica la maggior parte del tempo alla sua rielezione. L’equazione è semplicissima: se Netanyahu vuole mettere alla prova la reazione siriana, avrà in dono una sgradita e inattesa battaglia. Se poi volesse estendere la battaglia, farà i conti con la guerra su più fronti. 

Le autorità siriane sono convinte che alla fine Trump se ne andrà dalla Siria. Il piano per riprendere il controllo del territorio siriano occupato dalle truppe americane non dipende da un presidente americano fortemente pressato da un’amministrazione che vorrebbe mantenere la presenza delle truppe nel paese. Prima o poi gli Stati Uniti se ne dovranno andare. La Siria fa affidamento sulle sue forze e su quelle dei suoi alleati soprattutto oggi che i rischi diminuiscono con il passare dei giorni. La scelta di dare il via ad una battaglia allargandone il perimetro dipende in realtà da Netanyahu e dai suoi piani. Se Putin riesce a convincerlo a non agire nell’arena siriana, sarà un punto a favore per la Russia, ma l’asse della Resistenza non fa affidamento su un risultato di questo tipo, anzi, i suoi membri stanno predisponendo i loro missili.

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