Russia, Stati Uniti e Israele si incontrano a Gerusalemme: sul tavolo Siria e Iran.

Di Elijah J. Magnier: @ejmalrai

Tradotto da: Alice Censi

In questo mese di giugno è previsto un incontro trilaterale a Gerusalemme tra il segretario del consiglio di sicurezza russo (Nikolay Patrushev), il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti (John Bolton) e il consigliere per la sicurezza nazionale israeliano (Meir Ben-Shabbat) : si parlerà di Iran e Siria e di ciò che Israele considera una “minaccia alla sua sicurezza” nel Levante. 

Fonti ben informate sono convinte che non ne verrà fuori niente di nuovo soprattutto a causa delle ripetute violazioni di Israele alla sovranità della Siria e dei suoi bombardamenti contro obbiettivi iraniani ben distanti dai suoi confini. Israele in questa situazione non può contare sul sostegno della Russia e questo è il motivo : il Cremlino ha le mani legate e non è disposto a prendere posizione contro il presidente Bashar al-Assad e i suoi alleati. 

Questo incontro è comunque importante perché è il primo nel suo genere ed è una concessione alla richiesta fatta da Netanyahu al presidente Vladimir Putin lo scorso febbraio durante la sua visita al Cremlino. Sottolinea inoltre come gli Stati Uniti siano pronti a soddisfare quello che Netanyahu ha chiesto al presidente Trump durante la sua visita alla Casa Bianca del marzo scorso. 

Fonti di alto livello tra chi prende le decisioni dicono che: “ Netanyahu corre dai suoi alleati e piange sulle loro spalle anche se è lui quello che aggredisce, fa così ogni volta se si delinea qualche problema nel Levante, in particolare quando l’apparato militare israeliano oltrepassa i limiti. L’anno scorso la Russia aveva concordato con l’Iran di creare una specie di perimetro di sicurezza lungo il fronte Quneitra- alture del Golan, una zona che sarebbe stata controllata dai militari russi. Questa decisione avrebbe potuto alleggerire la situazione sul confine permettendo così a Damasco e ai suoi alleati di concentrarsi su altri fronti. L’Iran, in seguito al parere positivo del presidente Assad, aveva detto sì alla richiesta russa”.  

“ E’ importante precisare che la Russia non fa parte dell’ “Asse della Resistenza” né ha fatto suoi gli obbiettivi di quest’ultima. Ha ottime relazioni con Israele, con l’Iran e con Hezbollah e considera la Siria un alleato strategico. Mosca cerca di mantenere equilibrate le sue relazioni con i paesi del Medio Oriente. Tuttavia è corsa in aiuto della Siria, per difenderne l’integrità , il governo e l’esercito. Si è comportata come una seconda aviazione siriana, bombardando tutti i nemici della Siria e aiutando il governo di Damasco a riprendere il controllo del suo territorio. Ovviamente la situazione nel nord-est, occupato dagli Stati Uniti e nel nord-ovest controllato dai gruppi vicini ad al-Qaeda e dai militanti pro-turchi è alquanto complicata e difficile. Il destino di queste due zone è collegato e saranno necessarie iniziative politiche e diplomatiche ponderate prima di scegliere un’opzione di tipo militare per liberare il nord” ha detto la fonte. 

Per quanto riguarda lo schieramento iraniano in Siria la fonte ha detto: “ Israele, approfittando degli sforzi fatti dalla Russia, bombardava le postazioni iraniane nel centro della Siria e sulla costa. Queste postazioni sono preziose, collegate all’organizzazione degli armamenti strategici dell’esercito siriano ( produzione industriale di missili e depositi militari strategici). Così facendo Israele ha deciso autonomamente di cambiare le Regole d’Ingaggio (ROE) aprendo la strada al ritorno degli alleati siriani (Hezbollah e il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica-IRGC) sul confine con le alture occupate del Golan che Israele si è annesso. A questo punto la Russia si è trovata nella posizione di non poter intervenire per impedire il loro ritorno perché chi aveva demolito tutto quello che lei aveva cercato di fare su quei confini era stato proprio Israele. 

E sul perché la Siria (e i suoi alleati) non ha risposto alle aggressive violazioni di Israele della sua sovranità e ai bombardamenti di centinaia di obbiettivi sul suo territorio, la fonte ha risposto: “ il responsabile della sicurezza nazionale iraniana, l’ammiraglio Ali Shamkhani, aveva detto che il suo paese e il presidente Assad avrebbero risposto bombardando bersagli (in Israele) se l’aviazione israeliana avesse bombardato la Siria. Non è successo niente, è vero. Ma come diceva sempre l’ex segretario generale di Hezbollah, Sayyed Abbas al-Moussawi (assassinato da Israele nel 1992), è fondamentale concentrarsi sugli obbiettivi più importanti, senza perdite di tempo e di energie, indipendentemente da quello che potrebbe fare Israele. L’obbiettivo di Israele è quello di distogliere l’attenzione dai più importanti scopi strategici della Siria. Oggi Hezbollah e l’IRGC sono tornati sui confini e la Russia non può più chieder loro di ritirarsi un’altra volta. I destini delle fattorie di Shebaa (una zona libanese occupata da Israele) e delle alture del Golan sono intrecciati e la Siria e i suoi alleati si stanno dedicando attivamente a questi obbiettivi. 

Oggi in Siria ci sono delle priorità che hanno la precedenza rispetto ad un eventuale scontro con Israele. Combattere Israele non è un’opzione contemplata dal presidente siriano anche se tanti preziosi obiettivi sono stati distrutti. Israele è conscio di questa situazione, disorientato e adirato, anche se sa bene che la Siria, con i suoi alleati, non ha intenzione di aprire un ampio fronte militare in un periodo così critico per il Medio Oriente. E’ anche molto probabile che Israele non possa aspettarsi che Hezbollah e l’Iran rimangano in silenzio per molto tempo. 

Quello che un osservatore qualsiasi potrebbe cogliere è che Israele stia prendendo in giro il governo siriano e i suoi alleati, divertendosi in Siria liberamente, senza dover pagare il prezzo delle sue azioni. Nonostante le apparenze è invece il presidente Assad che ritiene non ci sia nessuna valida ragione per bombardare Israele. Idlib è la sua priorità, così come lo sono ricostruire la Siria e garantire i bisogni primari alla sua popolazione (energia, educazione, rimettere in sesto la società e le città). La guerra con Israele può aspettare e secondo lui non porta da nessuna parte. 

La Russia non è in grado di offrire a Israele quello che vorrebbe perché Netanyahu è inaffidabile. Il primo ministro israeliano ha avuto le sue opportunità ma ha scelto di sprecarle dando la precedenza ai bombardamenti contro gli iraniani in Siria. Tutto questo potrebbe far sì che l’incontro trilaterale tra Russia, Stati Uniti e Israele si riduca ad una semplice occasione per scattare una bella foto. Netanyahu potrà prendersi il merito di aver organizzato un incontro senza precedenti utilizzandolo come strumento di propaganda, ma in realtà ne uscirà a mani vuote. 

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