La Turchia non impedirà a Finlandia e Svezia di entrare nella NATO.

Perché la Finlandia è stata incoraggiata a confrontarsi con la Russia e, ci sara’ una risposta militare?

La Turchia non impedirà a Finlandia e Svezia di entrare nella NATO.

La Russia paga a caro prezzo i suoi errori tattici militari. 

Scritto da – Elijah J. Magnier

Tradotto da – Andrea Bovenga

Il mondo si sta preparando a una nuova guerra fredda-calda (simile alla Guerra Fredda che si è conclusa nel 1991) dopo che la Finlandia e la Svezia hanno annunciato la loro intenzione di aderire all’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO), l’alleanza militare occidentale guidata dagli Stati Uniti. Questa nuova guerra ha standard e regole diverse dal passato, perché ora diversi Paesi possiedono abbondanti armi nucleari letali e sono divisi in due campi. Tuttavia, la battaglia si svolge lontano dagli Stati Uniti e nello stesso teatro in cui si sono svolte la Prima e la Seconda Guerra Mondiale: il continente europeo. Il Presidente Vladimir Putin ha dichiarato che non sarebbe rimasto inattivo se i Paesi baltici fossero passati sotto il controllo degli Stati Uniti dopo l’adesione di Finlandia e Svezia alla NATO. Cosa dobbiamo aspettarci realisticamente? Il mondo è di fronte ad un altro pericolo di guerra dopo l’Ucraina? È probabile un confronto nucleare?

La narrazione statunitense sostiene che “qualsiasi Paese ha il diritto di entrare nella NATO, la quale apre le sue porte a tutti e nessun Paese ha il diritto di opporsi alla decisione sovrana dei Paesi candidati di entrare a farne parte”. D’altra parte, Mosca ricorda al mondo che due presidenti degli Stati Uniti avevano promesso che la NATO non avrebbe ampliato la sua composizione oltre a quella che aveva nel 1997 e che, quando è in pericolo, la sua sicurezza nazionale è importante tanto quanto quella degli Stati Uniti e che le linee rosse non devono essere superate. 

Pertanto, la narrazione statunitense è contraddittoria quando si oppone all’interferenza della Russia nell’espansione della NATO ai suoi confini. Washington ha condannato e respinto l’accordo cinese con le Isole Salomone, a 9.800 km dai confini statunitensi.

Gli Stati Uniti hanno scatenato le paure della Russia e hanno approfittato della sua debolezza negli anni successivi alla perestrojka del 1991, aprendo le porte della NATO a nuovi membri. Il numero dei Paesi aderenti è passato da 12 a 30 e si sta preparando ad aumentare ancora con l’inclusione di Ucraina e Georgia, dopo molteplici esercitazioni e manovre congiunte. La presenza della NATO in Georgia e Ucraina provocherebbe la Russia e forse la spingerebbe alla guerra per demonizzarla e allontanarla dal continente europeo. L’altra alternativa è che Mosca accetti il fatto compiuto e si ritrovi circondata da forze statunitensi ostili e da missili nucleari sempre più vicini alla capitale russa.

Quando la Russia aveva iniziato ad organizzare le proprie forze militari contro l’Ucraina, la Finlandia aveva dichiarato che non avrebbe aderito alla NATO. Questa affermaziono era supportata da un sondaggio secondo cui solo il 28% dei finlandesi vuole che il proprio Paese entri a far parte dell’alleanza militare guidata dagli Stati Uniti. Inoltre, il prestigio del Presidente Vladimir Putin e la forza del suo esercito, dopo la sua vittoria in Siria contro il piano degli Stati Uniti e dei loro alleati di rimuovere il Presidente Bashar al-Assad, erano molto ben presenti.

Tuttavia, il “Piano A” russo portato avanti dal Presidente Putin nelle prime settimane della guerra, iniziata il 24 febbraio, ha dimostrato che l’esercito russo poteva essere sconfitto e che poteva sprofondare e logorarsi nel pantano ucraino.

In effetti, la decisione russa – strategicamente devastante – di condurre il primo attacco potrebbe essere derivata da un fatale errore di calcolo o dal fallimento di un colpo di Stato architettato per rimuovere i leader filo-americani all’interno del governo di Kiev. Le truppe russe hanno raggiunto le vicinanze di Kiev e un convoglio di carri armati russi lungo decine di chilometri ha atteso per settimane fuori dalla capitale, esposto ai missili anticarro a guida laser e ai droni armati ucraini. La decisione russa di tenere conto del legame sociale ucraino-russo costerà a Mosca enormi perdite strategiche nel lungo termine, anche se la Russia riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina e a controllare la vasta regione del Donbass.

Uno degli errori più significativi è stato quando il Presidente Putin ha impegnato sul campo di battaglia un numero limitato di forze, pari a meno della metà delle truppe in difesa (150.000 soldati russi contro più di 360.000 soldati ucraini). L’esercito ucraino ha dimostrato la volontà di reagire e ha beneficiato dell’illimitato sostegno finanziario, militare e propagandistico dell’Occidente. L’approccio russo di evitare lo stile occidentale di pesanti attacchi aerei e missilistici per paralizzare la volontà del nemico ed esibire un uso eccessivo della forza letale, che anche le scuole militari russe stanno studiando, ha incoraggiato l’Occidente a sfidare ulteriormente la Russia. Le conseguenze dell’iniziale “piano militare di velluto” russo hanno spinto il presidente Putin a cambiare tattica, a ridurre gli obiettivi e a adottare uno stile di combattimento più 

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