Il ritorno della “guerra delle petroliere” con segnali che riguardano il dossier nucleare

Scritto da – Elijah J. Magnier

Tradotto da – Andrea Bovenga

Dopo due anni di calma precaria, la “guerra delle petroliere” è riapparsa sulla scena internazionale. L’Iran ha affrontato gli Stati Uniti attraverso il suo alleato europeo per procura, la Grecia, che è stata spinta contro Teheran. Questa volta, però, lo scontro è diverso perché il messaggio iraniano non si limita al sequestro di una o due petroliere, ma è anche una risposta al dossier nucleare, aumentando il livello della tensione ad un punto in cui la situazione potrebbe degenerare più di quanto sembri se gli Stati Uniti volessero cercare l’escalation.

Il 19 aprile, la Grecia ha sequestrato la petroliera russa Pegas al largo dell’isola di Eubea per cambiarne il nome in Aframax Lana, in concomitanza con l’annuncio iraniano che la nave appartiene alla Repubblica islamica dell’Iran, pur rimanendo sotto bandiera russa. Secondo quanto annunciato dalle autorità greche, la petroliera, che trasporta 115.000 tonnellate di petrolio iraniano, è stata sequestrata su richiesta degli Stati Uniti. Il suo contenuto di petrolio è stato trasferito su un’altra nave battente bandiera della Liberia per essere consegnato nei porti statunitensi, in un atto che non è molto lontano dalla pirateria internazionale. 

L’Iran ha considerato questo atto una violazione del diritto internazionale. Infatti, nessuna autorità giudiziaria ha il diritto di confiscare il carico di petrolio di una petroliera e consegnarlo a un altro Paese, qualunque sia il pretesto o la pressione politica, anche se da parte di una superpotenza come gli Stati Uniti. Questi atti indicano ancora una volta la tendenza delle nazioni più potenti a non rispettare più le leggi internazionali.

La risposta iraniana non si è fatta attendere: le Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno sequestrato due petroliere greche, la Delta Poseidon (con un equipaggio di 25 uomini) e la Prudent Warrior (con un equipaggio di 24 greci e filippini), che erano cariche di petrolio iracheno proveniente da Bassora. Questo ha fatto salire il prezzo del petrolio a 119 dollari, aumentando la pressione economica globale e disturbando i mercati già turbolenti a causa delle sanzioni occidentali contro la Russia e della sete di gas e petrolio a seguito della guerra in Ucraina.

Le due petroliere greche sono state avvicinate da elicotteri iraniani, le forze del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane (IRGC) le hanno abbordate e costrette ad ancorarsi a 11 miglia dalla costa iraniana. La scelta delle due petroliere è stata tutt’altro che casuale: il carico di petrolio doveva essere consegnato agli Stati Uniti. L’Iran ha accettato la sfida di Washington e non ha mostrato alcun timore nel rispondere sia alla Grecia che (soprattutto) agli Stati Uniti. Ciò indica inoltre che l’Iran considera le nazioni europee come sottomesse ai dettami statunitensi: la vera battaglia è con Washington, non con altri Paesi europei.

Questo pone delle domande: Il mondo ha già conosciuto il potente metodo iraniano quando, nel luglio 2019, è stata fermata la petroliera Stena Impero, battente bandiera britannica, dopo che la Gran Bretagna aveva intercettato una petroliera iraniana al largo delle coste di Gibilterra. Pertanto, la domanda è: cosa c’è dietro questa pirateria reciproca delle petroliere?I negoziati di Vienna relativi al dossier nucleare si sono conclusi. Non ci sono più questioni da discutere, tranne la decisione politica degli Stati Uniti di rimuovere il nome e le istituzioni dell’IRGC dall’elenco dei terroristi internazionali. Questo è ciò a cui gli Stati Uniti si 

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