Hezbollah e Israele mobilitano le loro forze ai confini: il seguente scenario di guerra dovrebbe escludere i civili

Scritto da – Elijah J. Magnier:

Per la prima volta dal 1948, Israele ha vissuto una situazione insolita. È stato testimone di un’organizzazione che minaccia di iniziare una guerra in un momento specifico che potrebbe sfidare seriamente il più potente esercito del Medio Oriente. In effetti, dopo un mese di distensione, nei prossimi giorni Hezbollah e Israele dovrebbero riprendere i preparativi di guerra ai confini libanesi. Questa mobilitazione è principalmente il risultato dell’annuncio di funzionari israeliani di essere pronti a pompare gas nei gasdotti come parte della preparazione per l’estrazione di gas dal controverso giacimento di Karish. Il segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha avvertito Israele di non fraintendere il suo precedente messaggio, affermando che “il mese in corso esclude la possibilità di una guerra”, aggiungendo che “i nostri occhi e i nostri missili sono su Karish”. Pertanto, sono stati riportati sul tavolo i dettagli di un potenziale scenario di guerra e sono state discusse le sue componenti nel caso in cui le cose andassero male.

Fonti informate affermano che “Hezbollah ha rinunciato a fornire un tempo specifico per l’inizio della guerra contro Israele e ha stabilito una nuova equazione che definisce che la guerra con Israele non inizierà fino a quando non sarà ripresa l’estrazione del gas a Karish”. Hezbollah si è reso conto che offrire una data specifica è fatale e inopportuno perché potrebbe cambiare, soprattutto se i negoziati sono in corso e potrebbero fornire risultati positivi accettati dal governo libanese. Per mantenere la propria credibilità, Hezbollah ha imposto una scadenza particolare a Israele e la decisione di entrare in guerra è diventata strettamente legata all’inizio delle estrazioni israeliane dal giacimento energetico di Karish, situato nell’area contesa tra il Libano e le acque palestinesi occupate controllate da Tel Aviv.

Le fonti confermano che “Israele ha mobilitato le sue forze ai confini”. Si tratta di una misura che Tel Aviv adotta di solito con l’obiettivo di una situazione di guerra imminente o di un passo intimidatorio (che è molto probabilmente il motivo in questo caso) contro il suo nemico, inviando il messaggio che è pronto per lo scenario peggiore e non lo teme. 

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