L’America accetterà la sua sconfitta o sfiderà l’Orso Russo e il Drago Cinese?(2/3)

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Damasco – di Elijah J. Magnier : @ejmalrai

Traduzione: Alice Censi

Con la fine della battaglia del Ghouta e la sconfitta dei jihadisti, Mosca sta raggiungendo i suoi obbiettivi nel Levante.

Nonostante gli USA, l’Unione Europea e i mezzi di informazione siano uniti nell’attaccarlo,  cercando  di demonizzare la sua politica, adesso il presidente russo Vladimir Putin può affermare : “veni,vidi,vici”.

Gli Usa hanno previsto che la Russia, dal 2020, sarebbe troppo forte sia economicamente che militarmente al punto di dover essere isolata o indebolita. Questo è il motivo per cui Washington ha fatto di tutto per circondarla e “ tagliarle le gambe” molto  prima e per  chiudere gli oceani ai suoi commerci e al suo alleato, la Cina.

L’ultimo attacco americano, nascosto dietro la copertura dell’Europa, di attirare l’Ucraina nell’orbita europea e fermare il flusso del gas verso l’Europa – una risorsa vitale per l’economia russa – è stato nel 2014 e ha spinto l’orso russo a svegliarsi e decidere di agire e reagire di conseguenza.

Inoltre , nel 2015, gli Usa conclusero un trattato nucleare con l’Iran –pressando terribilmente l’Unione Europea perché ne accelerasse l’approvazione e lo portasse a termine –con il tentativo di separare l’Iran dalla Russia. Malgrado ciò il leader iraniano Sayyed Ali Khaminei fu categorico : “ non ci saranno colloqui su nessun altro argomento se non quello nucleare. Noi non ci fidiamo e non ci fideremo mai degli americani”. 

Gli Usa apparvero come  generosi benefattori nell’aiutare l’Iran a riaprire le sue porte al mondo senza pagare nessun prezzo a Washington. Questo è il motivo per cui Donald Trump sta cercando il modo per abrogarlo, un trattato che lui vede a esclusivo beneficio politico e finanziario europeo e non americano. L’Iran è pronto a collaborare con l’Europa ma rifiuta il dominio americano.

Trump sta anche ricattando l’Europa minacciando di imporre tasse elevate sui suoi prodotti se il vecchio continente non lo segue nella sua politica. Lui ha chiesto ai paesi europei di decidere se preferiscono fare affari con l’Iran o gli Stati Uniti.

Il presidente Trump non ha ancora capito che con o senza il trattato nucleare, l’Iran va nella direzione di un’ampia collaborazione con la Russia e la Cina. Beijing ha bisogno di un’affidabile  fonte di energia , uno sbocco agli oceani e una finestra sul mercato mediterraneo. L’Iran gliela può fornire godendo così degli enormi benefici economici cinesi, del suo mercato e del suo sostegno.

L’Iran non solo non ha accettato il regalo del presidente Obama, ma ha deciso di affrontare gli USA sul campo di battaglia, cioè  i “proxies” siriani degli americani e i loro piani per destabilizzare il Levante. Mandando le forze speciali iraniane e contando sui suoi alleati (Hezbollah, i gruppi iracheni e altri ancora) l’Iran e la Russia sono riusciti a sconfiggere l’ISIS e al-Qaeda in molte battaglie in Siria, Iraq e Libano.

Gli USA hanno perso una città dopo l’altra in Siria nonostante i loro sforzi insperati alle Nazioni Unite e nonostante abbiano armato i jihadisti. Gli USA hanno chiesto all’Europa di aprire le sue porte per permettere agli estremisti di compiere il loro percorso  nel diventare estremisti jihadisti e entrare in azione. Inoltre, negli anni, hanno chiesto alla Turchia di aprire i suoi confini per permettere il flusso di questi futuri jihadisti, e della vecchia guardia di al-Qaeda, che si spostavano a ondate in Siria per destabilizzarne il governo.

Ma non solo quello, hanno anche offerto, tramite la CIA l’addestramento dei jihadisti in Giordania e Turchia e chiesto all’Arabia Saudita e al Qatar di investire miliardi di dollari per promuovere il successo del “nuovo medio oriente jihadista”. Come ultima cosa,gli Stati Uniti stanno manipolando i principali mezzi di informazione. Per la prima volta nella storia assistiamo ad una manipolazione generalizzata dell’informazione in un paese democratico, con perdita di credibilità,  un diffuso atteggiamento a “chiudere un occhio” e notizie false, e non solo per quanto riguarda la Siria.

Mosca, Damasco e Teheran hanno rifiutato molte “linee rosse” imposte dagli USA alla Siria ( ad al-Tanf, sul confine siro-iracheno, le forze americane hanno imposto un parametro di sicurezza di 50 miglia. L’Iran ha mantenuto la distanza ma ha circondato le forze americane da nord, ovest e sud). Infatti la guerra in Siria è stata molto poco una guerra civile, ma bensì la trasposizione di una guerra mondiale tra due schieramenti : solo uno però può vincere.

La Russia è andata avanti, concludendo un trattato col governo siriano per sfruttare le sue risorse di gas e petrolio. La ricchezza di energia in Siria è valutata così : 63% in terra e 37% nel mar mediterraneo, nei 14 blocchi più ricchi davanti a Tartous e Lattakia, con una produzione che è prevista superiore a quella del Kuwait. In terra, l’energia della Siria è così distribuita: 47% in al-Badiya, 2% ad Aleppo, 12% a Deir Ezzour e 2% nel Golan. La Siria potrà competere  con l’Iraq e anche con l’Iran quando la sua produzione di energia sarà al completo,una volta finita la guerra. 

Per la dirigenza americana è difficile da digerire il fatto che questa enorme fortuna sia nelle mani del governo siriano, un alleato di Russia e Iran che soprattutto rifiuta il dominio e il controllo americano.

Infatti nel 2006, l’ex segretario americano Condoleeza Rice disse: “ E’ giunto il tempo di un nuovo medio oriente…dovremo vincere,dovranno perdere “Era il tempo in cui Israele attaccava il Libano così il paese si sarebbe sottomesso al controllo e al dominio americano. Israele fallì quando la resistenza libanese si oppose al suo tentativo di invadere il paese per la terza volta e “l’asse della resistenza” prevalse. Questo spinse gli USA a usare una  tattica differente, ( chiamata “la guerra morbida”) contando su “proxies” e forze locali in medio oriente piuttosto di entrare con il proprio esercito che aveva fallito drasticamente in Afghanistan e Iraq.

Era chiaro che Washington è in grado militarmente di invadere qualunque paese del medio oriente, ma non di mantenervi le sue truppe per molto tempo. Fu il momento in cui divenne necessario per la dirigenza americana l’uso di una tecnica più subdola : “ l’arma bianca” invece delle armi da fuoco. Promossero  lo slogan della “democrazia” o della “libertà di espressione” o della “ libertà di religione” e anche di “permettere ai giovani di esprimere le loro preoccupazioni riguardo ai diritti umani”.

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Erano tutti falsi slogans – indipendentemente dalle loro corrette indicazioni – diretti contro ogni singolo paese riluttante ad accettare la politica e il controllo degli Stati Uniti. Ecco dove la “primavera araba” (o tsunami) ha colpito il medio oriente con il sostegno del segretario di stato americano e della CIA che finanziava “scuole di rivoluzione e attivismo”.

Le rivoluzioni erano un nuovo fenomeno che usava uno slogan  con colori diversi e vennero chiamate “rivoluzioni a colori”: in Georgia (rosa), in Ucraina (arancione), in Iraq (viola), Kyrgyzstan (tulipano), Libano (cedro), Belarus (jeans), Iran (verde), Egitto (loto) ….. 

In medio oriente gli USA chiamarono Google in loro aiuto ,favorirono l’accessibilità ai “social -media”  investendo 30 milioni di dollari per assistere i giovani mussulmani tramite internet e invitarono gli attivisti a insorgere nei loro rispettivi paesi. Nel giugno 2011 il segretario di stato americano Hillary Clinton descrisse internet come “ il Che Guevara del 21° secolo delle rivolte delle “primavere arabe”.” 

George W. Bush, Barack Obama e adesso Donald Trump seguono tutti la stessa politica con tattiche diverse, aprendo la strada ai cambiamenti nel medio oriente, cercando di rimuovere i dittatori e rimpiazzarli con jihadisti oppure con altri dittatori. La “gestione della barbarie” (pubblicazione attribuita ad al-Qaeda che parla di come creare uno stato fallito e approfittarne passando al comando del paese) era più adottata dalla dirigenza americana che non dai jihadisti che ne scrissero.

Obama aveva visto lo “stato islamico” crescere in Iraq, spostarsi in Siria, l’aveva osservato mentre occupava l’Iraq, aveva permesso ai jihadisti di viaggiare verso il medio oriente, aperto tutte le prigioni saudite a condizione che tutti i jihadisti estremisti venissero trasportati in Siria. Per un anno intero con “70 paesi dentro una coalizione che combatteva l’ISIS” in Siria, di fatto il gruppo si espandeva e aumentava la sua ricchezza vendendo sempre maggiori quantità di petrolio. Tutto ciò per fermare l’Iran e la Russia e creare “stati falliti” (come in Libia) e combattere i mussulmani con i mussulmani.

Ma Mosca, Beijing e Teheran sapevano che i jihadisti andavano fermati nel Levante prima che avessero la possibilità di andare nei loro paesi. Senz’altro il presidente Medvedev fece un errore nel 2010 permettendo  la caduta della Libia e in conseguenza la liquidazione di un’importante fonte di energia. Gli USA e l’Europa erano pienamente coscienti della presenza di estremisti a Bengasi, ma ciò nonostante li hanno sostenuti permettendo la distruzione dell’esercito libico all’inizio della “rivoluzione”.

Il Libano, prima della Libia, era riuscito a stare lontano dall’orbita americana e la Russia, nel 2006, non era ancora pronta a colpire in conformità alla sua importanza. La Libia è stato un errore russo e cinese alle Nazioni Unite e la Russia credeva che non fosse possibile fare qualcosa per fermare il processo. Ma la Siria non sarà un’altra Libia e Russia e Cina sono d’accordo insieme all’Iran a fermare una volta per tutte il dominio unilaterale degli USA alle porte del Levante.

Seguirà la parte n.3

 

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