L’Iran e Hezbollah sono preparati ad affrontare qualsiasi sfida : ma Israele e gli Stati Uniti sono pronti?

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Da Beirut  Elijah J. Magnier: @ejmalrai

Tradotto da: Alice Censi

Israele, attraverso il suo Primo Ministro Benyamin Netanyahu sta sventolando la bandiera della guerra sul volto dell’Iran e di Hezbollah mostrando quelli che lui definisce  “ un impianto nucleare segreto in Iran e un deposito di missili strategici nel cuore della capitale del Libano, Beirut”. Iraniani che vivono nella zona, hanno smascherato l’ affermazione di Netanyahu scattando foto a questo  “segreto impianto nucleare “ che  in realtà  non è altro che una fabbrica di tappeti . A Beirut, il movimento AMAL, guidato dal presidente del parlamento Nabih Berri, ha costruito tempo fa un cancello chiudendo il percorso visibile che conduce ad un hangar per la riparazione di barche a Ouzai. Il vero problema è : cosa sta cercando di fare o di dire Israele?

Nessuno in Libano può avere la certezza che si stia preparando una guerra contro Hezbollah , il partner dell’Iran con cui condivide l’ideologia e l’obbiettivo di “ sostenere gli oppressi nel mondo”. Israele e Stati Uniti infatti potrebbero preparare una guerra all’Iran e a Hezbollah e in questo caso una guerra al Libano non sarebbe improbabile . Parlo di una guerra al Libano perché Hezbollah e la società sciita che protegge e fa parte dell’organizzazione, rappresentano dal 20 al 30 per cento della popolazione libanese senza contare altri partiti politici religiosi e laici che condividono l’ obbiettivo di Hezbollah di  garantire un equilibrio di potere destinato a proteggere  il Libano da Israele.

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Comandanti militari in Libano ritengono che Netanyahu abbia fatto il suo show alle Nazioni Unite presentando degli obbiettivi specifici come obbiettivi sensibili che in realtà non sono quelli che vuole colpire . Se fosse stato certo di quello che contengono, perché non ha colpito questi depositi di Hezbollah cosi’ come afferma di aver fatto in tutti i sette anni di guerra in Siria?

Secondo fonti di informazione a Beirut, i missili strategici non possono essere collocati in aree residenziali come la capitale Beirut o altre città o villaggi. I missili sono pronti per essere lanciati da centinaia di posti, ognuno con una piccola riserva,  per evitare la distruzione totale come è successo a molti depositi durante la seconda guerra in Libano (2006). Inoltre, il lancio di  missili balistici a lungo o medio raggio deve avvenire a grande distanza dai centri abitati per evitare i danni collaterali in caso di un lancio fallito, cosa sempre possibile.

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La ragione per cui l’aeroporto di Beirut e’ diventato il bersaglio delle foto satellitari di Netanyahu potrebbe essere in relazione all’intenzione di  costruire un nuovo aeroporto , Qalay’aat, lontano dalla periferia di Beirut e vicino ad una zona che gli amici degli Stati Uniti in Libano potrebbero usare per molti altri scopi.

Quello che appare chiaro dalla presentazione di Netanyahu e’ che Hezbollah e’ riuscito a imporre un “equilibrio della paura”con il suo nemico. Israele non può più danneggiare Hezbollah e le infrastrutture del Libano e cavarsela con pochi danni nei suoi confronti perché l’organizzazione risponderà con forza usando le sue  capacità militari d’avanguardia. I missili balistici delle IRGC ( corpo delle guardie della rivoluzione islamica iraniane) e gli attacchi con i droni armati contro obbiettivi nel Kurdistan iracheno e a Albu Kamal in Siria danno un’idea delle loro potenzialità e di quelle di Hezbollah ( e mandano un chiaro, “esplosivo” messaggio a Israele, alle basi americane in Medio Oriente e all’ Arabia Saudita )  Comunque, c’e’ una differenza importante : Hezbollah non ha bisogno di missili con un raggio tra i 500 e gli 800 km, ma inferiore di molto. L’Iran ha predisposto i missili di Hezbollah con un raggio più corto, di 300 km, e  una testata più devastante, a quanto riferiscono le fonti.

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Hezbollah ha inoltre usato dei droni armati relativamente antiquati in Siria, riservando le sorprese ( secondo le fonti) per una possibile futura guerra contro il Libano o per colpire nemici molto più lontani nel momento in cui ci fosse bisogno.

In Siria le regole d’ ingaggio cambieranno ancora quando la Russia fornirà i  sistemi difesa S-300 che ha promesso. Se Damasco decidesse di abbattere un aereo israeliano,Tel Aviv ha per caso pensato a cosa potrebbe capitare al pilota se atterrasse in Libano? Si ricorda ancora dello scomparso Ron Arad? Hezbollah, secondo le fonti, non ha motivo di prendere in ostaggio soldati israeliani come nel 2006 perché oggi Israele non ha dei suoi militanti  in ostaggio ma un dono dal cielo, ha detto la fonte, non verrebbe mai rifiutato : migliaia di palestinesi potrebbero  essere liberati se un pilota israeliano cadesse nelle mani di Hezbollah in Libano.

 

Sviluppi di questo tipo metterebbero in imbarazzo Netanyahu che si è già coperto di ridicolo giocando a fare il giornalista investigativo attorno a un campo di calcio in Libano e ad una fabbrica di tappeti in Iran. Le sue esibizioni pubbliche non sono certo quelle di un primo ministro serio.

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L’” Asse della Resistenza “ e’ stata colpita prima nel 2006 con l’attacco israeliano a Hezbollah poi nel 2011 con la guerra in Siria e adesso e’ il turno dell’Iran. I primi due piani sono falliti ampiamente  e hanno reso più forte Hezbollah la cui organizzazione e’ diventata oggi uno degli eserciti più forti del Medio Oriente. In Iraq ha fatto nascere Hashd al-Shaabi una forza di sicurezza irachena con forti convinzioni ideologiche pronta a mandar via gli Stati Uniti dalla Mesopotamia. In Siria, il presidente Assad e’ più forte che mai e i suoi ministri incontrano ministri arabi nei corridoi delle Nazioni Unite, il che indica un notevole cambiamento nelle posizioni dei paesi arabi nei confronti del Levante.

Tutte le guerre o le pesanti politiche occidentali volte a sconfiggere quest’ “asse”usando i soldi dell’Arabia Saudita e i servizi di intelligence occidentali nel Levante e in Iraq, la stanno rendendo   più forte e fanno aumentare il numero dei suoi sostenitori. E’ possibile che i guerrafondai occidentali riescano a capire che una tale politica in realtà indebolisce drasticamente l’Occidente in Medio Oriente? Ho i miei dubbi.

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