Hezbollah e Israele in massima allerta al confine: un’operazione degna del popcorn?

 

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Di Elijah J. Magnier:

Tradotto da: Alice Censi

Israele ha appena annunciato l’inizio dell’ “ Operazione Scudo del Nord” per “distruggere le gallerie sotterranee costruite da Hezbollah attraverso i confini, che costituiscono un’ incombente   minaccia per la sicurezza di Israele”. Israele ha mandato le sue Forze Speciali a protezione dell’esercito impegnato nella ricerca dei tunnel, caso mai ci fosse una reazione militare da parte di Hezbollah. Dall’altra parte del confine, Hezbollah ha mobilitato i suoi soldati e le sue forze speciali, “al-Ridwan”,seguendo una procedura prevista nel caso Israele oltrepassasse il confine o trasformasse l’operazione in un’aggressione al Libano. La mobilitazione di Hezbollah è visibile agli occhi e alle orecchie israeliane ma invisibile agli abitanti del sud del Libano.

Fonti ben informate hanno riferito : “ Israele sente che gli manca la terra sotto i piedi da un po’ di tempo perché Hezbollah si sta preparando ad una eventuale guerra futura. L’ intervento israeliano, pertanto, è sia difensivo che preventivo, per paura delle sorprese promesse dal segretario generale di Hezbollah, Sayyed Hasan Nasrallah. Sayyed Nasrallah ha detto infatti che lui  “porterà lo scontro in Israele anziché combattere soltanto in Libano”.

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Sempre la fonte ha spiegato: “è normale che qualunque operazione militare o qualsiasi preparativo di guerra fatto da Hezbollah sia osservato da Israele e rappresenti un motivo di preoccupazione per l’esercito israeliano, viste le aumentate capacità militari di Hezbollah e le sue misure offensive o controffensive sui confini. E’ perciò normale che Israele intervenga per neutralizzare quello che Hezbollah sta programmando di fare ed evitare così brutte sorprese.”

Negli ultimi mesi Israele ha aumentato la presenza dei suoi droni sul sud del Libano e in particolare sui sobborghi di Beirut. Secondo questa fonte di informazione, i droni israeliani sono concentrati sui campi di al-Ahed e al-Raya e le colline sabbiose attorno alla zona. Israele teme la presenza di missili (sotto terra) in questa zona e molto probabilmente – ha continuato a dire la fonte – sta fotografando qualsiasi cambiamento nella topografia per poi analizzarlo e capire cosa stia progettando Hezbollah.

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 Non c’è dubbio che il primo ministro Benjamin Netanyahu abbia incrementato il livello di tensione tra Israele e il Libano. Ha messo in luce come Hezbollah sia un’ insidia alla libertà di Israele di violare il  mare, la terra e il cielo libanese grazie alle sue crescenti capacità militari. Netanyahu chiedeva inoltre  all’amministrazione americana di appoggiarlo contro Hezbollah: il Dipartimento di Stato americano faceva la sua parte alzando il livello delle minacce contro Hezbollah e mettendo i suoi capi e molti altri sciiti nella lista dei terroristi. Il segretario del Dipartimento di Stato sembra proprio un ministro degli esteri israeliano, pronto a esaudire qualunque desiderio di Netanyahu!

 Lo scontro tra Israele e Gaza dello scorso mese, (durato 48 ore) indica che Netanyahu non è propenso a farsi coinvolgere in una guerra aperta con i Palestinesi e neppure con Hezbollah, ovviamente. Entrambe le organizzazioni hanno sviluppato le loro capacità militari ad un livello tale da essere in grado di procurare seri danni a Israele, nonostante l’ enorme potenza di fuoco di quest’ultimo.

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 Nessun primo ministro israeliano potrebbe mai accettare le immaginabili conseguenze di una guerra tra Israele e Hezbollah. Netanyahu preferirebbe utilizzare i suoi missili di precisione a lungo raggio o i suoi attacchi aerei contro la Siria o i palestinesi, e anche gli omicidi del Mossad all’estero, ma certamente non avrebbe una gran voglia di affrontare Hezbollah, il cui leader ha promesso che ad ogni aggressione seguirà un’immediata rappresaglia.

 E’ abbastanza probabile che il primo ministro israeliano abbia ordinato l’ “operazione dei tunnel” in questo momento per ridurre la pressione a cui è sottoposto in Israele. La polizia israeliana, infatti, ha raccomandato la sua incriminazione per corruzione, frode, violazione della fiducia pubblica, il tutto legato ai suoi rapporti con la compagnia di telecomunicazioni Bezeq ( in cambio di un trattamento favorevole). “Scudo del Nord” è infatti più che altro un’ operazione da “popcorn”, su cui attirare l’attenzione del mondo facendo un bel po’di rumore.

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