
Di Elijah J. Magnier: @ejmalrai
Tradotto da Alice Censi
L’Iraq si trova di fronte a un inevitabile bivio a causa del serio conflitto in corso tra la coalizione parlamentare sciita e il presidente Barham Salih. La crisi potrebbe risolversi proprio domenica, il giorno in cui il presidente Salih annuncerà il nome del nuovo primo ministro, un nome che la coalizione maggioritaria, al Bina’, ha comunicato giovedì scorso con una lettera ufficiale che non è stata però resa pubblica.
Fonti ben informate a Baghdad hanno riferito: “ le tre delegazioni parlamentari, (sciita, sunnita e curda) si incontreranno per discutere la messa in stato di accusa del presidente Barham Salih per aver violato la costituzione rifiutandosi di annunciare il nome del nuovo primo ministro, il Dottor Qusay al-Suheel”. La fonte ritiene anche probabile una mobilitazione popolare contro il presidente che (sempre secondo la fonte) sta “cercando di promuovere un suo candidato. Quello che Barham Salih sta facendo è un’evidente violazione della costituzione e dell’equilibrio di potere politico- religioso su cui si basa il paese e potrebbe quindi avere conseguenze inaspettate”.
“Il presidente Barham Salih ha un suo candidato, l’attuale capo dell’intelligence Mustafa al-Kadhemi. Il problema non è questo candidato su cui non ci sono veti ma il tentativo del presidente di esautorare il parlamento non riconoscendo la scelta fatta dalla coalizione che ha la maggioranza ”, ha continuato la fonte.

Fonti a Najaf riferiscono che “ il Grande Ayatollah Sayyed Ali Sistani ha più volte dichiarato che il potere emana dal popolo e non dal Presidente. Sono la popolazione e i suoi rappresentanti quelli che devono decidere e se un nuovo primo ministro non è accettato dal popolo non potrà rimanere in carica per molto tempo”.
Il 15 dicembre il presidente Barham Salih mandava una lettera al parlamento chiedendo quale fosse la coalizione di maggioranza che avrebbe dovuto scegliere il nuovo primo ministro. Il parlamento rispondeva il giorno dopo con una lettera in cui diceva: “ Il 12 ottobre 2018, nel momento in cui lei chiedeva ad Adel Abdel Mahdi di formare il governo, lei veniva a conoscenza dell’identità della coalizione maggioritaria in parlamento”.
Le fonti a Baghdad pensano che il presidente Salih cercasse di prendere tempo per i suoi scopi. Giovedì scorso, secondo fonti riconosciute come ben informate, “ il presidente Salih diceva che avrebbe voluto aspettare il discorso del Marjaiya prima di annunciare il nome del Dottor Qusay al-Suheil. E questa è una chiara violazione della costituzione, un tentativo di privare il parlamento del suo potere e prendere in mano la situazione”.

Secondo le fonti il presidente Salih ha detto al candidato Dr. Qusay: “ Sei troppo potente per questa carica. La situazione attuale richiede flessibilità”. Al che il Dr. Qusay rispondeva che “ forza e flessibilità si usano quando sono necessarie e a seconda delle circostanze. L’Iraq ha bisogno di entrambe”.
Sembra che gli Stati Uniti non abbiano né approvato né bocciato la candidatura del Dr. Qusay. “ Gli Stati Uniti si preoccupano della sicurezza del loro personale e delle loro truppe in Iraq e hanno minacciato senza mezzi termini che risponderanno a qualunque attacco o tentativo di colpire le loro forze. Il processo politico in Iraq non li interessa più di tanto”, ha ancora detto la fonte.
E’ abbastanza chiaro che la scelta fatta da al-Bina’, il gruppo parlamentare di maggioranza, non soddisfa tutti i gruppi. Anche Sayyed Moqtada ha detto di non essere né a favore né contro il Dr. Qusay, un ex sadrista passato al partito Da’wa. Il nuovo governo dovrà occuparsi della stesura di una nuova legge elettorale. Probabilmente ci saranno elezioni anticipate. Bisognerà riformare la costituzione e nominare una nuova commissione elettorale per mettere fine alla crisi attuale. Il lavoro di questa commissione dovrebbe richiedere 12 -14 mesi.
Nuri al-Maliki, Hadi al-Ameri ( a malincuore ), Faleh al-Fayyad, Mohammad al-Halbousi e altri hanno firmato un documento con cui hanno accettato di nominare il Dr. Qusay. La lettera ufficiale che contiene la nomina è nelle mani del presidente della repubblica. Domenica molto probabilmente sarà una giornata critica per l’Iraq. Sia che venga eletto un nuovo primo ministro o che venga dato il via alla messa in stato di accusa del presidente. Questo ci conferma che parlare di stabilità dell’Iraq è ancora un azzardo.
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