Turchia, Israele e Iran: guadagni e perdite? Biden sceglierà la guerra o darà l’addio al Medio Oriente? (2/3)

Di Elijah J. Magnier

Tradotto da A.C. 

Durante tutti i quattro anni in cui Donald Trump è stato presidente degli Stati Uniti, Israele ha potuto godere di enormi vantaggi. Trump non solo ha “regalato” quello che in realtà non  gli appartiene ma ha violato le risoluzioni delle Nazioni Unite dando le alture occupate del Golan, un territorio siriano, a Israele  e promuovendo Gerusalemme a capitale dello stato ebraico. Per forzare la mano ai palestinesi e colpirli ancora più duramente, Trump decideva di non erogare più i fondi destinati all’UNRWA (l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente), 65 milioni di dollari all’anno per il sostegno di 5 milioni di profughi della Palestina. E verso la fine del 2019 il suo segretario di stato Mike Pompeo definiva l’insediamento delle colonie ebraiche in Cisgiordania“non incompatibile con il diritto internazionale”.  

Seguendo il consiglio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente degli Stati Uniti si ritirava dall’accordo sul nucleare del 2015, accordo conosciuto anche come JCPOA.  Israele si è sempre sentito protetto da Trump e ha ovviamente colto questa opportunità, infatti ha dichiarato di aver bombardato la Siria più di 360 volte e ha anche compiuto attacchi informatici, sabotaggi e assassinii in Iran. Trump ha pure messo a rischio l’incolumità delle truppe americane presenti in Iraq permettendo a Israele di bombardare le postazioni irachene e uccidere 18 ufficiali della sicurezza oltre a distruggere otto depositi. 

E per concludere, l’amministrazione americana ha favorito la  normalizzazione dei rapporti dei paesi arabi con Israele perché la causa palestinese non è più una priorità per molti leader” (come pensano erroneamente molti analisti). Israele non è mai stato un  paria in Medio Oriente, in realtà mantiene da lungo tempo relazioni, nascoste, con molti paesi arabi e del Golfo. Ma in che modo Israele ha avuto dei benefici dall’appoggio incondizionato degli Stati Uniti e quali sono i guadagni, se ce ne sono stati, che Netanyahu ha incassato per sé e per Israele?

Tutti questi regali che Trump ha fatto a Netanyahu sono  considerati illegalida molti paesi di tutto il mondo. Israele occupa già le alture del Golan siriane e non intende restituirle. E  l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha condannato il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele nel momento in cui 128 paesi  hanno votato contro la decisione di Trump e sfidato gli Stati Uniti. Israele quindi non ha avuto dei benefici aggiuntivi per quanto riguarda i territori occupati e lo status di Gerusalemme: le Nazioni Unite ritengono che Gerusalemme est faccia parte della Palestina occupata. Pertanto tutto il clamore suscitato dalle celebrazioni per la mossa degli Stati Uniti a favore di Israele non è che folklore privo di sostanza. 

Trump ha continuato a seguire i consigli di Israele ritirandosi in modo unilaterale dall’accordo sul nucleare, il Piano d’Azione Congiunto Globale (JCPOA) firmato dal presidente Barack Obama nel 2015 e approvato dalle Nazioni Unite (risoluzione 2231) e da tutti i suoi membri permanenti. E l’imposizione di dure sanzioni all’Iran da parte degli Stati Uniti ha fatto felice Israele, essendo la “Repubblica Islamica” il suo più feroce nemico. Ma cosa ne ha ricavato Israele? Proprio in questo mese l’Iran ha annunciato di essere tornato ad arricchire l’uranio al 20% nell’impianto nucleare di Fordow einoltre sostiene i suoi alleati in Libano, Siria, Iraq, Yemen e Palestina fornendo loro missili di precisione, droni, denaro, tecnologia per costruire altri missili, il tutto per opporsi a  Israele. E’ vero che l’Iran è stato duramente colpito dalle sanzioni, tuttavia non ha mai smesso di finanziare i suoi alleati, fornendo loro tutto quello di cui hanno bisogno ma evitando il superfluo. L’Iran sta aspettando l’insediamento di Biden  augurandosi che rispetti gli impegni e rimetta in funzione l’accordo sul nucleare. E se Biden non terrà fede alle sue promesse l’Iran aumenterà le sue capacità nucleari senza fermarsi, una mossa che farà sicuramente tremare Israele. 

Israele ha affermato di aver bombardato centinaia di obbiettivi in Siria durante la guerra per distruggere le infrastrutture militari dell’esercito siriano e i missili di precisione in arrivo dall’Iran. Ma in realtà lo scopo principale era quello di mandar via l’Iran dalla Siria. Per riuscire nel suo intento Israele approfitta della presenza di una decina di basi e aeroporti militari allestiti illegalmente dagli Stati Uniti nel nordest della Siria che utilizza a suo piacimento. Israele ha anche usato i valichi di frontiera di al-Tanf/al-Waleed (sotto occupazione americana) per sorvolare e attaccare gli obbiettivi in Siria. L’occupazione dei territori siriani da parte delle truppe americane aiuta Israele a cercare di raggiungere i suoi scopi, impedire cioè la ripresadell’economia in Siria e gli scambi commerciali tra Siria e Iraq. Israele crea anche disturbo al passaggio delle armi che dall’Iran vanno in Siria e in Libano attraverso al-Tanf. Ma l’Iran e i suoi alleati hanno liberato al-Bukamal, una città più a nord al confine con l’Iraq, riuscendo a far transitare da lì i continui rifornimenti che passando dall’Iraq vanno poi in Siria e Libano.  I bombardamenti israeliani non sono comunque riusciti ad impedire all’Iran di installare delle basi stabili in Siria e di stabilire dei forti legami con molti gruppi siriani che hanno avuto il suo appoggio durante la lunga guerra in Siria. L’Iran ha costruito un solido rapporto con Damasco, un vincolo strategico proprio a 

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