
Di Elijah J. Magnier: @ejmalrai
Tradotto da: Alice Censi
Nonostante non ci siano segni visibili che si stia preparando una guerra, le autorità libanesi ritengono che sia necessario prendere tutte le opportune precauzioni in caso di un attacco israeliano al Libano. Israele non è isolato, questa volta gode del totale supporto militare dell’amministrazione degli Stati Uniti dovuto alla presenza di truppe americane in Israele e in varie basi del Medio Oriente e inoltre avrebbe il sostegno finanziario di paesi come l’Arabia Saudita in caso di guerra contro soggetti non statali alleati dell’Iran. Tel Aviv ha mandato un brusco messaggio alle autorità libanesi in cui manifesta l’intenzione di bombardare specifici obiettivi nel paese, considerati una minaccia. Il Libano ha risposto, secondo una fonte ben informata : “ un bombardamento di obbiettivi in Libano avrà come risposta un bombardamento di Israele e noi siamo pronti ad una possibile intensificazione dello scontro se ci viene imposto”.
Stati Uniti e Israele stanno lavorando fianco a fianco contro l’Iran e i suoi alleati in Medio Oriente. In Libano le autorità hanno ricevuto un avvertimento ufficiale, tramite la Francia, che ha rivelato l’intenzione di Israele di bombardare dei luoghi specifici nel paese, dichiarati come sede di fabbriche di missili. Le autorità locali hanno risposto : “ il Libano non sarà quello che darà il via ad una guerra con Israele ma se vengono bombardate delle posizioni al suo interno, saranno bombardate posizioni dello stesso tipo in Israele. Se Israele bombardasse molti siti, la risposta prevederà il bombardamento di altrettanti punti e obbiettivi. Se poi Tel Aviv intensificasse l’attacco, il Libano non si tirerebbe indietro e la sua risposta potrebbe estendersi oltre i suoi confini dove i suoi alleati non esiterebbero a prendervi parte ”. Così ha detto la fonte.
“ A differenza degli Stati Uniti, Israele ha una superiorità aerea in Medio Oriente. Gli americani possono offrire soltanto consigli militari, informazioni, batterie di intercettazione di missili, rifornimenti di armi e munizioni, possono esercitare pressioni sui paesi mediorientali ( soprattutto Arabia Saudita e Emirati) affinché finanzino una campagna militare volta a paralizzare gli alleati dell’Iran nella regione e anche assicurarsi che le Nazioni Unite non adottino una risoluzione contro una potenziale aggressione israeliana. I veri e propri attacchi saranno però condotti dall’aviazione israeliana” ha riferito la fonte.

Nonostante la leadership non-statale libanese che “ personalmente ritiene improbabile che ci sia una guerra “, “ l’alto comando militare ha previsto gli scenari peggiori” come ha detto il leader di Hezbollah nel suo ultimo discorso, ricordando ai suoi ascoltatori “la pericolosa capacità di Israele” ( di iniziare una guerra all’improvviso ).
Molti scenari sono stati presi in esame. “ La prima possibilità è che Israele difficilmente inizierebbe a colpire bersagli scelti per poi fermarsi perché il Libano reagirebbe colpendo obbiettivi specifici e danneggiando Israele con i suoi missili di precisione” ha confermato la fonte.
Il soggetto non statale in Libano ha parecchi tipi di razzi e missili, Israele stima che siano circa 150.000, “capaci di creare una sufficiente confusione nella difesa aerea missilistica israeliana tale da limitarne l’efficacia. Basterebbe che il 20% o il 30% di questi missili precisi e altamente distruttivi raggiungessero i loro obbiettivi. Ma la domanda da porsi è la seguente : Netanyahu è pronto a infilarsi in una guerra lunga e devastante? La nostra esperienza indica il contrario e i recenti scontri con i palestinesi a Gaza dimostrano che è dura per Israele sostenere una guerra lunga e disastrosa quando i missili riescono a colpire il cuore di Tel Aviv, gli aeroporti e le infrastrutture”, dice la fonte.
Israele possiede le batterie di intercettazione “ Cupola di Ferro” per difendersi dai razzi e missili lanciati da Gaza o dal Libano. Ha gli “Arrow 3” e gli “Arrow 4” per intercettare i missili balistici. Ha anche il sistema americano “THAAD”, il “Barak 8” e il dispositivo missilistico “Fionda di Davide”.

Nonostante tutto ciò, la capacità di Israele di intercettare e distruggere i missili da crociera lanciati da varie parti del Libano non è così assoluta. Inoltre, la sua capacità di difendere i suoi impianti di trivellazione in mare così come i suoi porti, dai missili anti-nave “Yakhont” è in discussione nonostante il sistema “Cupola di Ferro” sia installato su queste piattaforme e ci siano le navi di protezione. In più, in Libano, ci sono missili anti-aerei in grado di abbattere aerei ed elicotteri che volano a bassa o media quota, che sono stati forniti dalla Siria. Significa che la marina israeliana sarà fuori dalla possibile equazione di guerra insieme agli elicotteri. L’aviazione israeliana, in questo caso, avrà bisogno di costosissimi missili a guida laser lanciati da notevole altezza.
Negli anni passati e nelle guerre precedenti, i militanti libanesi combattevano in zone operative di 2000kmq, da cui lanciavano missili e razzi contro Israele. In una possibile prossima guerra la zona operativa si estenderebbe e sarebbe di oltre 6000kmq andando a includere la valle della Bekaa e il confine tra Libano e Siria. La capacità e il possesso di missili a lungo raggio e combustibile solido con testate altamente distruttrici permetterà uno schieramento rapido dei soldati al di là del sud del Libano che renderebbe molto più difficile, all’aviazione israeliana, localizzare, attaccare e distruggere le posizioni militari nelle montagne e nelle valli del paese.
Per Israele, a questo punto, le truppe di terra sono la sola possibilità in grado di fare la differenza in campo in caso di guerra. Uno degli scenari peggiori discussi e esaminati al microscopio è rappresentato dalla possibilità che Israele spinga le sue truppe attraverso le alture del Golan sull’asse siriana di Zabadani per raggiungere i confini tra Siria e Libano. Era uno scenario già contemplato nella guerra del 2006 ma non era stato reso effettivo. In questo caso Israele potrebbe raggiungere il confine tra Libano e Siria e chiuderlo, imponendo le sue condizioni prima di lasciare il controllo dei confini alle forze delle Nazioni Unite in grado di intercettare e bloccare i flussi di armi al Libano in futuro. Ma di nuovo, per Israele, andare così lontano e resistere finché non venga raggiunto un accordo politico, non sarebbe così facile e soprattutto sarebbe rischiosissimo. Le forze scelte siriane e i loro alleati hanno già predisposto le loro numerose trappole .

Condividere i possibili scenari e piani militari può essere un messaggio, per entrambe le parti, che tutte le possibilità sono state esplorate e messe in conto. Lo scopo è quello di comunicare ai belligeranti che l’elemento sorpresa non potrà più esserci e così, diventando gli obbiettivi difficili da raggiungere, si ridurranno le probabilità che scoppi una guerra.
Sono le due parti pronte a mostrare la loro forza senza usarla?
Alcuni in Libano ritengono che Israele non sia pronto. Gli ufficiali militari israeliani hanno infatti lamentato la mancanza di preparazione del “fronte interno” in caso di guerra. Gli esperti militari sostengono che il fronte interno di qualunque paese non è mai completamente pronto in caso di guerra ma bisogna adottare un minimo di precauzione per proteggere e avvisare la popolazione in anticipo. Israele sta lavorando a questo e prende seriamente in considerazione l’eventualità di spostare e trasferire gli abitanti degli insediamenti e dei villaggi israeliani per evitare che ci siano vittime, magari in situazioni di fuoco incrociato, o per scongiurare la possibilità che vengano presi in ostaggio. Tutto ciò avrebbe un costo molto alto. Infatti Israele farebbe bene a scegliere l’opzione meno costosa : lo strangolamento finanziario del Libano.
Hezbollah potrebbe anche non essere seriamente colpito dalla “guerra di strangolamento” messa in atto dagli Stati Uniti. Le sanzioni americane sulle donazioni sciite imposte soprattutto ai ricchi uomini d’affari hanno creato un danno marginale al soggetto non statale i cui militanti ricevono regolarmente i loro stipendi, godono di cure mediche gratuite e ricevono anche un regalo in occasione dell’inizio del Ramadan (il 6 maggio) di 200 dollari che vengono assegnati ai “contractors” e agli impiegati nell’organizzazione. Le donazioni dall’estero venivano usate per aiutare i militanti in occasione del loro matrimonio o per ristrutturare la casa. Questo extra non ci sarà più, ma solo quello.
L’amministrazione degli Stati Uniti e Israele però vogliono che i libanesi si lamentino delle sanzioni e vedano in Hezbollah la causa, non solo di queste sanzioni ma anche della mancanza di appoggio finanziario al paese.
In questo contesto una guerra militare diventa improbabile. Stati Uniti e Israele staranno sicuramente meglio se si adattano a vivere con un Libano difeso da un soggetto non statale che fa comunque parte della società del paese. Si ridurrà così la necessità di usare le armi in un prossimo futuro.
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